L’alopecia areata (Aa) è una malattia autoimmune che provoca la perdita non cicatriziale dei capelli, con forme cliniche che vanno da piccole chiazze (Aap) fino all’alopecia totale (At) o universale, con perdita di tutti i peli del corpo (Au). I recenti progressi nella comprensione dei meccanismi immunitari hanno portato allo sviluppo di terapie mirate, tra cui gli inibitori delle Janus chinasi (Jak). Ritlecitinib, selettivo per JAK3, già approvato per il trattamento dell’alopecia areata in adolescenti e adulti, è oggi al centro di nuovi studi che ne esplorano i meccanismi d’azione.
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Come è stato impostato lo studio
Un’analisi post-hoc del trial Allegro-2a ha permesso di approfondire gli effetti di ritlecitinib sui diversi sottotipi di alopecia areata. Lo studio ha incluso 30 pazienti con una perdita di capelli superiore al 50% del cuoio capelluto: 18 trattati con ritlecitinib e 12 con placebo. I ricercatori hanno analizzato biopsie del cuoio capelluto e campioni sierici a 12 e 24 settimane, utilizzando tecniche trascrittomiche e proteomiche, per correlare i cambiamenti molecolari con la ricrescita clinica.
Modulazione immunitaria e ricrescita dei capelli
Già dopo 12 settimane, nei pazienti trattati con ritlecitinib si è osservata una marcata riduzione dei geni associati all’immunità di tipo I e II, come CCL5, CD8A, Gzmb, CCL13 e IL13RA1, mentre geni strutturali del capello, come KRT74, KRT83 e HOXC13, risultavano significativamente aumentati. L’analisi ha mostrato che la riduzione di geni pro-infiammatori era correlata in modo robusto con il miglioramento clinico, mentre l’aumento dei geni cheratinici presentava una correlazione inversa. In termini clinici, le forme patchy (Aap) hanno risposto meglio e più rapidamente rispetto alle forme più gravi (Atau), che richiedono tempi più lunghi per ottenere il massimo beneficio.
Biomarcatori predittivi di risposta
Lo studio ha permesso di individuare biomarcatori potenzialmente predittivi. I pazienti con bassa espressione basale di geni infiammatori come IL15, IL2RA e Tnf hanno avuto una probabilità maggiore di migliorare già entro 12 settimane, mentre quelli con elevata espressione basale di geni strutturali come DSG4 e HOXC13 hanno mostrato una ricrescita più sostenuta a 24 settimane.
Implicazioni cliniche e prospettive future
Questi risultati dimostrano che ritlecitinib non solo modula le vie immunitarie chiave dell’alopecia areata, ma ricrea anche un microambiente favorevole alla ricrescita del capello. L’approccio multiomico apre la strada a una medicina di precisione, in cui l’identificazione di biomarcatori predittivi potrà guidare la scelta terapeutica. Tuttavia, il numero limitato di pazienti e la durata relativamente breve del follow-up richiedono ulteriori studi randomizzati con campioni più ampi per consolidare queste evidenze.
Dr. Paolo Levantino
Fonte: Multiomics Analysis of the Response to Ritlecitinib in Alopecia Areata Subtypes and Correlation With Efficacy
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