
Il ricorso a questo tipo di rapporto determinerebbe, secondo l’Enpaf, «un generale svilimento e depauperamento della funzione sociale che da sempre è riconosciuta alla figura del farmacista nell’ambito del Sistema Sanitario italiano». Allo stesso modo, l’Ente previdenziale contesta anche gli stage e i tirocini post laurea, considerati «illegali» nonché «forme improprie e mortificanti». Il dato di disoccupazione tra i farmacisti è in costante aumento, nonostante si attesti su percentuali inferiori rispetto al tasso di disoccupazione generale, pari al 12%. Secondo i dati dell’Enpaf, il numero di disoccupati risulta attualmente di circa 7 mila unità, su oltre 95 mila iscritti all’Ente. Anche il secondo semestre 2016 ha evidenziato in termini percentuali un leggero aumento del tasso di disoccupazione, che «dal 7,01% del mese di giugno è passato al 7,36% del mese di dicembre».
Croce ha assicurato che gli Ordini dei farmacisti di Roma e del Lazio si stanno muovendo su questo fronte e, insieme con l’assessorato regionale al Lavoro, stanno spingendo per arrivare a una normativa unica nazionale che uniformi le regole. Sempre dell’utilizzo di queste forme contrattuali anomale si starebbe occupando anche il Ministero del Lavoro. «Vogliamo che queste cose smettano di esistere – ha concluso Croce – e vengano ricondotte alla legalità».
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