Uno studio retrospettivo, osservazionale e non interventistico è stato condotto da un team di ricercatori composto da Alessia Romagnoli dell’Asl 2 Lanciano Vasto Chieti, Martina Savoia e Fausto Bartolini del Dipartimento di Assistenza Farmaceutica della Asl Umbria 2 di Terni, Gloria Papini sempre della Asl Umbria 2 di Terni, e Andrea Caprodossi della Asl Umbria 1 di Perugia. Il lavoro, dal titolo “Adherence and persistence rates for antidiabetic treatments in type 2 diabetes: a real-world study in an Italian region” è stato pubblicato sulla rivista scientifica European Journal of Hospital Pharmacy e ha analizzato i dati di pazienti trattati con farmaci antidiabetici, classificati secondo il sistema Anatomical therapeutic chemical (Atc) con codice A10b, dispensati dalle farmacie sotto l’Autorità sanitaria locale (Asl) della regione Umbria nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2022 e il 31 dicembre 2023. L’obiettivo dello studio era valutare l’aderenza, la persistenza e il cambiamento di terapia in condizioni di vita reale in pazienti con diabete di tipo 2 nell’arco di un anno.
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Modalità di misurazione di aderenza e persistenza
L’aderenza è stata misurata utilizzando la Proporzione di giorni coperti (Pdc), mentre la persistenza è stata calcolata come durata tra l’inizio e la fine della terapia. Lo studio ha analizzato un totale di 6.928 pazienti con diabete di tipo 2. Dopo un anno, il tasso di aderenza complessivo è risultato pari a 0,78, con il 58% (4.017/6.928) dei pazienti che presentava un’aderenza superiore a 0,80. L’aderenza più bassa è stata osservata nei pazienti trattati con metformina + inibitori della dipeptidil peptidasi 4 (Dpp4), con un’aderenza media di 0,71 e solo il 36% (142/395) dei pazienti che raggiungeva un’aderenza superiore a 0,80. Al contrario, l’aderenza più elevata è stata riscontrata nei pazienti in terapia con inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio 2 (Sglt2), con un’aderenza media di 0,91 e il 97% (473/487) dei pazienti che raggiungeva un’aderenza superiore a 0,80.
Sostanziale perdita al follow-up in parte dei pazienti trattati
I dati sulla persistenza hanno mostrato risultati preoccupanti, con meno del 10% dei pazienti che rimaneva in trattamento per un anno in tutte le classi di farmaci. Tra i pazienti inizialmente trattati con metformina (n 4427), si è verificata una sostanziale perdita al follow-up, con 3582 pazienti (81%) che hanno interrotto il trattamento entro il primo anno. Le conclusioni dello studio evidenziano come i dati a un anno sull’aderenza e sulla persistenza ai farmaci antidiabetici rivelino tendenze preoccupanti. I risultati, secondo il team di ricercatori guidato da Alessia Romagnoli, hanno confermato la necessità di interventi mirati, che coinvolgano clinici e farmacisti, per migliorare l’aderenza e la persistenza nei pazienti con diabete di tipo 2, garantendo in definitiva una migliore gestione della malattia e riducendo i costi sanitari a lungo termine.
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