Dati aggiornati dallo studio clinico di Fase 3 Monarche hanno messo in luce che l’aggiunta di abemaciclib alla terapia endocrina adiuvante si traduce in un prolungamento della sopravvivenza globale in pazienti con carcinoma della mammella in stadio iniziale, positivo ai recettori ormonali e negativo per Her2, caratterizzato da un elevato rischio di recidiva. I risultati, presentati in una sessione late-breaking al congresso annuale della European society for medical oncology e pubblicati sulla rivista Annals of oncology, hanno indicato la riduzione del rischio di morte del 15,8% nel braccio di trattamento con abemaciclib. L’analisi, condotta a un follow-up mediano di 6,3 anni, mostra tassi di sopravvivenza globale a sette anni dell’86,8% per il regime combinato rispetto all’85,0% con la sola terapia endocrina.

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Beneficio clinico mantenuto nel tempo

I dati hanno mostrato in luce l’effetto persistente del trattamento, con benefici sostenuti negli endpoint di sopravvivenza libera da malattia invasiva e sopravvivenza libera da recidiva a distanza. In particolare, è stato mostrato che il 32% in meno di pazienti nel gruppo abemaciclib ha sviluppato metastasi rispetto a quelle in terapia endocrina singola. Quanto al profilo di sicurezza mostrato, nell’analisi risulta coerente con quanto già noto per abemaciclib, senza l’emersione di ulteriori segnali di tossicità ritardata. La gestione degli eventi avversi ha previsto in genere aggiustamenti posologici.

«Risultati sono incredibilmente significativi»

Elias Khalil, general manager di Lilly Italy Hub, ha osservato che «per i pazienti con tumore al seno in fase iniziale ad alto rischio, questi risultati sono incredibilmente significativi. Disporre ad oggi di dati che dimostrano che un trattamento aiuta un maggior numero di persone a vivere più a lungo è un importante passo avanti per la nostra comunità. Nel corso del mese della sensibilizzazione sul tumore al seno, celebriamo questo traguardo importante, pur riconoscendo che c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che ogni paziente idoneo abbia l’opportunità di beneficiare di nuove terapie in grado di cambiare la vita».

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