I risultati dello studio registrativo di Fase 3 su nipocalimab, un bloccante del recettore Fcrn in fase di sviluppo clinico, condotto su un’ampia popolazione di adulti affetti da miastenia grave generalizzata (Gmg) positivi agli anticorpi, sono stati recentemente pubblicati sulla rivista The Lancet Neurology. Lo studio Vivacity-MG3, condotto da Janssen-Cilag International Nv, società di Johnson & Johnson, ha raggiunto l’endpoint primario, dimostrando un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante nel punteggio Mg-Adl a 24 settimane a favore di nipocalimab rispetto al placebo. Il farmaco in studio ha mostrato un profilo di sicurezza favorevole, con tassi di interruzione del trattamento dovuti ad eventi avversi simili a quelli del placebo.
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Potenziale di nipocalimab nel fornire benefici clinici
«La pubblicazione dei dati di Fase 3 di Vivacity-MG3 su The Lancet Neurology sottolinea il potenziale di nipocalimab nel fornire benefici clinici alle persone affette da miastenia grave generalizzata (Gmg)» ha dichiarato Ludovic de Beaucoudrey, Ph.D., Senior Director, Therapeutic Area Lead, Immunology di Janssen-Cilag Limited, una società di Johnson & Johnson. «Questo segna un altro importante passo avanti per Johnson & Johnson, in quanto siamo all’avanguardia nel percorso di ricerca medica e continuiamo a impegnarci per migliorare i risultati per le persone che si trovano a convivere con questa malattia profondamente impattante».
«Lieti della pubblicazione di questi solidi dati di Fase 3»
«I dati di Fase 3 di Vivacity-MG3 dimostrano la nostra costante ricerca e sviluppo di approcci potenzialmente innovativi e trasformativi per le malattie autoanticorpali, come la Gmg» ha dichiarato Sindhu Ramchandren, M.D., Executive Medical Director, Neuroscience, Johnson & Johnson Innovative Medicine. «Siamo lieti della pubblicazione di questi solidi dati di Fase 3 su The Lancet Neurology e della Priority Review concessa dalla Fda. Le persone che convivono con la Gmg necessitano di ulteriori opzioni terapeutiche immunoselettive efficaci che possano potenzialmente preservare la capacità di mantenere una risposta immunitaria protettiva anche dopo la riduzione delle Igg».
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