Aderenza terapeutica, il ruolo dei farmacisti clinici nell’ipertensione resistente

L’ipertensione resistente al trattamento è una sfida nell’ambito della gestione delle malattie cardiovascolari. Ciò anche per via del fatto che per migliorare gli outcomes è richiesto un approccio collaborativo tra farmacisti e medici per giungere al controllo sostenuto della pressione arteriosa. In tale contesto, lo studio “The role of clinical pharmacist in the management of resistant hypertension”, pubblicato sulla rivista Irish Journal of medical science, ha coinvolto diversi ricercatori che hanno valutato l’impatto degli interventi di farmacia clinica sui risultati dei pazienti affetti da ipertensione resistente in un setting di cure primarie.

Miglioramento dell’aderenza terapeutica e dei parametri clinici

Lo studio, un trial clinico randomizzato, ha coinvolto 142 pazienti con ipertensione resistente al trattamento. Ebbene, i risultati hanno evidenziato un miglioramento significativo dell’aderenza alla terapia nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo, con una riduzione media della pressione arteriosa di 27,9/13,4 Mmhg. I pazienti che hanno beneficiato dei servizi di farmacia clinica hanno riportato punteggi più elevati nella qualità della vita e una maggiore soddisfazione nella gestione della terapia farmacologica.

Prospettive future e implicazioni per la pratica clinica

Secondo gli studiosi , l’incorporazione dei servizi di farmacia clinica nella routine assistenziale può portare a una migliore gestione della salute e a un aumento della qualità di vita dei pazienti. Lo studio ha messo in luce la centralità di un approccio multidisciplinare nella gestione dell’ipertensione resistente, in cui i farmacisti clinici svolgono un ruolo chiave nel promuovere l’aderenza alla terapia e nel raggiungimento degli obiettivi di pressione arteriosa. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per esplorare i benefici a lungo termine e la costo-efficacia di tali interventi.