Il Congresso della Società italiana di farmacologia (Sif) ha preso il via mercoledì 13 novembre 2024 a Sorrento, riunendo esperti del settore farmacologico, aziende farmaceutiche, regolatori, medici specialisti, politici e associazioni di pazienti. L’evento, che si concluderà il 16 novembre, si propone di affrontare le tematiche più rilevanti e le sfide attuali del settore farmacologico. Durante la cerimonia inaugurale, il presidente Sif, Prof. Giuseppe Cirino, ha sottolineato che «in questo preciso momento storico, la farmacologia è chiamata a rivestire un ruolo centrale nella forte trasversalità che caratterizza i nuovi orizzonti terapeutici. Il farmacologo dovrà sempre più divenire un professionista interdisciplinare che abbraccia l’integrazione di tecnologia, genomica, bioinformatica contribuendo non solo alla ricerca e sviluppo, ma anche alla formazione». Secondo Cirino «questo know how è necessario per far progredire lo sviluppo di farmaci, ottimizzare la terapia, contribuendo attivamente al progresso della medicina di precisione in un panorama sanitario sempre più complesso».
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Sviluppo di nuovi farmaci e terapie
Marcello Gemmato, sottosegretario di Stato alla Salute, ha spiegato che «nel 2023, il nostro Paese ha investito oltre 1,6 miliardi di euro nel settore della ricerca e sviluppo farmaceutico con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente. Questi investimenti hanno favorito lo sviluppo di nuovi farmaci e terapie, con un focus crescente su medicina personalizzata e terapie avanzate. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una vera rivoluzione terapeutica in diverse aree, come l’oncologia, le malattie rare e le patologie croniche».
Gli sviluppi nell’ambito dell’oncologia
Gemmato ha osservato che «nel campo dell’oncologia, ad esempio, i farmaci immunoterapici hanno mostrato tassi di sopravvivenza significativamente migliorati. Secondo l’Aiom, i pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule, hanno visto un aumento della sopravvivenza del 30% grazie alle nuove terapie. Per il tumore al seno la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è dell’88%. Le malattie rare, un tempo trascurate, stanno anch’esse beneficiando di progressi notevoli. Ad oggi, oltre il 60% delle malattie rare dispone di una terapia approvata o di un trattamento sperimentale in fase avanzata di sviluppo come ci ricorda l’Orphanet Report 2023».
Collaborazione interprofessionale
Dunque, per Gemmato «è solo attraverso una stretta collaborazione tra ricerca, industria e politica che si può continuare a migliorare la vita delle persone e garantire un sistema sanitario forte e sostenibile. La medicina del futuro dovrà essere non solo innovativa, ma anche sostenibile e accessibile a tutti. È fondamentale che i progressi farmacologici siano accompagnati da politiche sanitarie che garantiscano equità nell’accesso alle cure, specialmente in un contesto di risorse limitate e in presenza di nuove sfide demografiche, come l’invecchiamento della popolazione».
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