Benralizumab, farmaco sviluppato da Astrazeneca, ha ottenuto l’approvazione dalla Commissione europea come trattamento aggiuntivo per pazienti adulti affetti da granulomatosi eosinofila con poliangite (Egpa) recidivante o refrattaria. L’Egpa è una rara vasculite immunomediata che può causare danni a diversi organi e, se non adeguatamente trattata, può risultare fatale per il paziente. Come spiegato da AstraZeneca «l’approvazione della Commissione europea segue le raccomandazioni del Comitato per i medicinali per uso umano e si basa sui risultati positivi dello studio di Fase III Mandara, pubblicati sul The New England Journal of Medicine. Mandara è il primo studio comparativo di non inferiorità tra farmaci biologici nei pazienti con Egpa. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere una singola iniezione sottocutanea di benralizumab 30mg, oppure tre iniezioni sottocutanee di mepolizumab 100mg ogni quattro settimane».

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Momento di svolta nella gestione terapeutica dei pazienti

Raffaela Fede, direttore medico di Astrazeneca Italia, ha osservato che «l’approvazione europea di benralizumab per il trattamento dei pazienti adulti con Egpa definisce un momento di svolta nella gestione terapeutica dei pazienti che ne sono affetti. I risultati dello studio Mandara segnano un passo fondamentale per il trattamento di questa patologia rara e complessa aprendo le porte a nuove prospettive di cura per offrire una speranza tangibile ai pazienti e migliorarne sensibilmente la qualità di vita».

Soluzioni terapeutiche in aree con bisogno clinico insoddisfatto

Per Fede si tratta di «un risultato importante, che ribadisce il nostro costante impegno nella ricerca grazie all’implementazione di programmi di sviluppo di molecole come benralizumab, con l’obiettivo di portare soluzioni terapeutiche in aree, come quella delle patologie rare, caratterizzate da un importante bisogno clinico non ancora soddisfatto. Siamo pertanto orgogliosi di mettere a disposizione di pazienti e Comunità Scientifica benralizumab, proponendo soluzioni innovative e personalizzate per affrontare le sfide uniche di questa malattia».

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