Nel 2022 si è registrato un significativo aumento del consumo di antibiotici erogati in regime di assistenza convenzionata, con un incremento del 25% rispetto all’anno precedente. È il dato che è emerso dal Rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia – 2022”, curato dall’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (Osmed) dell’Aifa e pubblicato lunedì 17 giugno 2024 sul portale dell’Agenzia. Stando ai dati pubblicati, oltre il 30% dei cittadini ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici nel corso del periodo preso in esame, con una prevalenza che aumenta con l’età, raggiungendo il 60% negli over 85. Il trend in crescita sembra confermarsi anche nel primo semestre del 2023.

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L’uso degli antibiotici nei diversi ambiti assistenziali

Il rapporto dell’Osmed ha poi preso in esame l’uso degli antibiotici in diversi contesti, includendo analisi specifiche sulla prescrizione nella popolazione pediatrica e negli anziani, nonché sulle prescrizioni di fluorochinoloni in sottogruppi specifici di popolazione. Per quanto riguarda l’ambito ospedaliero, sono stati presentati presentati i risultati relativi all’indicatore Esac, che misura la proporzione del consumo di antibiotici ad ampio spettro e/o di ultima linea sul totale del consumo ospedaliero, e al Drug resistance index (Dri), indicatore sintetico che combina il consumo di antibiotici e la resistenza ai farmaci. Il rapporto Aifa ha poi esaminato l’acquisto privato di antibiotici di fascia A, il consumo degli antibiotici non sistemici, gli indicatori di appropriatezza prescrittiva nell’ambito della medicina generale e l’uso degli antibiotici in ambito veterinario.

Differenze regionali nel consumo e nella spesa per antibiotici

Il rapporto Aifa ha confermato la persistenza di differenze tra regioni e aree geografiche nel consumo di antibiotici, con livelli superiori al Sud rispetto al Nord (24,4 vs 18,7 Ddd/1000 abitanti die). Le disparità si riflettono anche sulla spesa, con le regioni del Sud che presentano una spesa pro capite doppia rispetto a quelle del Nord (19,1 vs 13,3 euro), determinata sia da un maggior consumo che da un ricorso a farmaci più costosi. È stato confermato, infine, in peggioramento del rapporto tra il consumo di antibiotici ad ampio spettro rispetto a quelli a spettro ristretto, collocando l’Italia al di sopra della media europea. La quota di antibiotici Access considerati di prima scelta rimane al di sotto del target raccomandato dall’Oms. Si rimanda al report integrale sul portale Aifa o nella sezione “Documenti allegati”.

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