In occasione del congresso Asco 2024, a Chicago, Illinois, Bristol Myers Squibb ha presentato i dati che supportano l’uso di nivolumab e delle sue combinazioni negli stadi precoce e avanzato del carcinoma polmonare non a piccole cellule. Come evidenziato dall’azienda globale «l’analisi esplorativa late-breaking dello studio Checkmate-77T di nivolumab perioperatorio mostra un miglioramento della sopravvivenza libera da eventi e una risposta patologica completa nei pazienti con Nsclc di stadio III resecabile indipendentemente dallo stato linfonodale». Inoltre «nella sessione late-breaking del 2 giugno sono stati presentati i dati del follow-up a quattro anni dello studio Checkmate-816 che rafforzano il ruolo di nivolumab e chemioterapia neoadiuvante nei pazienti con Nsclc resecabile». In particolare «i dati del follow-up a cinque anni dello studio Checkmate-9La mostrano che nivolumab in associazione ad ipilimumab e chemioterapia migliora la sopravvivenza nei pazienti con Nsclc metastatico non precedentemente trattato rispetto alla sola chemioterapia».

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Gli studi nel portfolio aziendale del tumore del polmone

Come sottolineato dall’azienda «le analisi dell’immunoterapia sono state presentate nell’ambito di una più ampia raccolta di studi nel portfolio aziendale del tumore del polmone. Altre presentazioni comprendono un’analisi aggiornata dello studio di Fase 1/2 Trident-1 che, al follow-up di circa tre anni, mostra come repotrectinib ha continuato a produrre risposte durature nei pazienti con Nsclc Ros1-positivo Tki-naive. Inoltre, i dati dello studio di Fase 3 Krystal-12 di adagrasib mostrano un miglioramento statisticamente significativo di sopravvivenza libera da progressione (Pfs) rispetto a docetaxel nei pazienti con Nsclc con mutazione Krasg12c precedentemente trattati».

I risultati dello studio Checkmate-77T

Un’analisi esplorativa late-breaking dello studio di Fase 3 Checkmate-77T per la valutazione del regime perioperatorio di nivolumab e chemioterapia in neoadiuvante seguito da chirurgia e nivolumab in adiuvante nei pazienti con Nsclc resecabile di Stadio III è stata illustrata con una presentazione orale (Abstract LBA8007). In questa analisi, il regime perioperatorio con nivolumab ha migliorato la sopravvivenza libera da eventi (Efs) mediana indipendentemente dallo stato linfonodale, compreso il sottogruppo N2 (30,2 vs. 10,0 mesi, Hr 0,46, 95% Ci 0,30–0,70) e il sottogruppo non-N2 (Nr vs. 17,0 mesi, Hr 0,60, 95% Ci 0,33-1,08) rispetto alla chemioterapia neoadiuvante e placebo seguiti da chirurgia e placebo adiuvante. I tassi di Efs a un anno sono risultati maggiori in entrambi i sottogruppi con il regime perioperatorio con nivolumab (N2 70% vs. 45%, e non-N2 74% vs. 62%, rispettivamente). La fattibilità chirurgica è risultata simile nei pazienti con malattia N2 e non-N2 e simile anche nei bracci con nivolumab e placebo (77% vs. 73% nei pazienti con status N2, 82% vs. 79% nei pazienti non-N2). Dopo la chirurgia, una percentuale maggiore di pazienti nel braccio con nivolumab ha riportato risposta patologica completa rispetto a placebo nei sottogruppi N2 (28,6% vs. 7,6%) e non-N2 (31,1% vs. 6,7%). Gli eventi avversi derivanti dal trattamento (Traes) di Grado 3–4 si sono verificati nel 34% e 26% dei pazienti con malattia N2 e nel 29% e 21% dei pazienti con malattia non-N2 con il regime perioperatorio con nivolumab e con il regime con placebo, rispettivamente. Questi dati rappresentano un’analisi completa per stato linfonodale dei pazienti con Nsclc resecabile di stadio III di uno studio globale di Fase 3 sull’immunoterapia perioperatoria. Bristol Myers Squibb ha ricordato che «Checkmate-77T è il secondo studio randomizzato di Fase 3 positivo dell’azienda, che valuta una combinazione a base di immunoterapia nel trattamento del Nsclc resecabile non metastatico. I dati dell’analisi primaria dello studio Checkmate –77T hanno supportato l’accettazione della sottomissione regolatoria del regime perioperatorio basato su nivolumab da parte della Food and drug administration americana e dell’Agenzia europea per i medicinali nel gennaio 2024».

I risultati dello studio Checkmate-816

Con riferimento a Checkmate-816, Bristol Myers Squibb ha sottolineato che «i dati di sopravvivenza a quattro anni dello studio di Fase 3 Checkmate-816, che rappresentano il più lungo follow-up degli studi di Fase 3 per la valutazione dei trattamenti neoadiuvanti o perioperatori a base di immunoterapia nell’Nsclc resecabile di stadio Ib-IIa, sono stati presentati nella sessione rapid oral il 2 giugno (Abstract LBA8010). Al follow-up mediano di 57,6 mesi, nivolumab e chemioterapia neoadiuvante hanno continuato a migliorare la Efs rispetto alla sola chemioterapia (mediana: 43,8 mesi vs. 18,4 mesi, Hr 0,66, 95% Ci 0,49-0,90). I tassi di Efs a quattro anni sono risultati maggiori nel braccio con nivolumab e chemioterapia neoadiuvante (49% vs. 38%). Mentre la sopravvivenza globale (Os) non ha raggiunto la significatività statistica in questa analisi, nivolumab e chemioterapia neoadiuvante hanno continuato a mostrare una tendenza al miglioramento della Os clinicamente importante rispetto alla sola chemioterapia (Hr 0,71, 98,36% Ci 0,47-1,07). A quattro anni, il 71% dei pazienti trattati con nivolumab e chemioterapia neoadiuvante è vivo, rispetto al 58% dei pazienti trattati con la sola chemioterapia. La Os continuerà ad essere osservata. Un’analisi esplorativa della sopravvivenza specifica per il carcinoma polmonare in questo studio ha inoltre mostrato una tendenza coerente con la Os, a favore di nivolumab e chemioterapia neoadiuvante (Hr 0,62, 95% Ci 0,41-0,93). Al follow-up esteso non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza con nivolumab e chemioterapia neoadiuvante».

I risultati dello studio Checkmate-9La

Infine, come evidenziato da Bristol Myers Squibb, «sono stati presentati anche i risultati del follow-up a cinque anni dello studio di Fase 3 Checkmate-9La, che mostra i benefici duraturi di sopravvivenza a lungo termine con nivolumab in associazione ad ipilimumab e due cicli di chemioterapia rispetto alla sola chemioterapia come trattamento di prima linea dei pazienti con Nsclc metastatico. Al follow-up minimo di 57,3 mesi, la combinazione con la doppia immunoterapia ha continuato a migliorare l’Os, con il 18% dei pazienti trattati con nivolumab in associazione ad ipilimumab e due cicli di chemioterapia vivo a cinque anni rispetto all’11% di quelli trattati con la sola chemioterapia (Hr 0,73, 95% Ci 0,62-0,85). Il tasso di sopravvivenza a cinque anni nei pazienti con Pd-L1 tumorale <1% (una popolazione di pazienti con un importante bisogno insoddisfatto) trattati con nivolumab in associazione ad ipilimumab e due cicli di chemioterapia è risultato più elevato, 22% rispetto all’8% nei pazienti trattati con la sola chemioterapia (Hr 0,63, 95% Ci 0,49-0,83)». Dunque «alla landmark analisi a cinque anni, le risposte sono risultate più durature nel braccio con nivolumab in associazione ad ipilimumab e chemioterapia, con il 19% dei pazienti in risposta rispetto all’8% con la sola chemioterapia. Il beneficio di nivolumab in associazione ad ipilimumab e due cicli di chemioterapia si è mantenuto in tutti gli endpoint secondari e nei sottogruppi di interesse». Inoltre «a questo follow-up esteso non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza con nivolumab in associazione ad ipilimumab e due cicli di chemioterapia».

Nuove opzioni per i pazienti con mutazioni difficili

Ian M. Waxman, medico e responsabile globale senior dei programmi di sviluppo avanzato in oncologia di Bristol Myers Squibb, ha spiegato che «i nostri sforzi di ricerca e sviluppo nel Nsclc sono caratterizzati sia dalla nostra continua solidità nell’immunoterapia che da approcci mirati che offrono nuove opzioni per i pazienti con mutazioni difficili». Waxman ha spiegato che «all’Asco abbiamo presentato studi che dimostrano l’impatto dell’immunoterapia nelle fasi precoci della malattia, anche nei pazienti con tumori rimovibili chirurgicamente, per aiutare a prevenire le recidive. Questi studi, oltre agli aggiornamenti nei pazienti con malattia avanzata, rafforzano il crescente numero di evidenze relative al nostro portfolio nel settore toracico e i nostri progressi nell’offerta di opzioni che migliorano le speranze di sopravvivenza».

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