«I risultati positivi dell’interim analysis dello studio di Fase III Echo mostrano che acalabrutinib, in combinazione con la chemioimmunoterapia, bendamustina e rituximab, ha prodotto un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da progressione di malattia (Pfs) rispetto allo standard di cura, nei pazienti adulti > 65 anni con linfoma a cellule mantellari (Mcl) non precedentemente trattati». È quanto ha fatto sapere AstraZeneca il 23 maggio 2024, la quale ha reso noto che «nell’endpoint secondario di sopravvivenza globale (Os) è stata osservata una tendenza favorevole di acalabrutinib più chemioimmunoterapia. I dati di Os non sono risultati maturi al momento di questa analisi e lo studio continuerà a verificarla».

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L’impegno in ematologia di AstraZeneca

Il trial Echo è un esempio importante dell’impegno in ematologia di AstraZeneca, che sta portando avanti un’intensa attività di ricerca clinica all’avanguardia fin dalle fasi più precoci (con trial di fase I e First in Human), coinvolgendo anche centri italiani riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Secondo l’impresa farmaceutica globale «la sicurezza e la tollerabilità di acalabrutinib sono risultate in linea con il profilo di sicurezza già noto, e non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza. I dati saranno presentati prossimamente e verranno condivisi con le autorità regolatorie globali». Quanto al programma di sviluppo clinico, AstraZeneca «sta attualmente valutando acalabrutinib da solo e in combinazione per il trattamento di diversi tumori del sangue a cellule B, tra cui la leucemia linfocitica cronica (Cll), il linfoma a cellule mantellari (Mcl) e il linfoma diffuso a grandi cellule B».

Trattamento usato in tutto il mondo

Acalabrutinib è stato utilizzato per il trattamento di più di 80mila pazienti in tutto il mondo ed è approvato per il trattamento della leucemia linfocitica cronica (Cll) e per il linfoma a piccoli linfociti (Sll) negli Stati Uniti, per la leucemia linfocitica cronica (Cll) nell’Unione europea e in numerosi altri Paesi nel mondo e in Giappone e Cina per la leucemia linfocitica cronica recidivante o refrattaria e per il linfoma a piccoli linfociti. Acalabrutinib è inoltre approvato negli Stati Uniti, in Cina e in altri Paesi per il trattamento dei pazienti adulti con linfoma a cellule mantellari (Mcl) trattati almeno con una precedente terapia. Acalabrutinib non è approvato attualmente per il trattamento del linfoma a cellule mantellari (Mcl) in Giappone o nell’Unione europea.

Ritardo della progressione della malattia

Susan Galbraith, executive vice president, oncology r&d di AstraZeneca, ha spiegato che «questi risultati di grande impatto nel linfoma a cellule mantellari mostrano che, inserendo acalabrutinib nel setting di prima linea, si ritarda significativamente la progressione della malattia e, per la prima volta, mostrano la possibilità di prolungare la sopravvivenza. Il miglioramento della sopravvivenza libera da progressione e il profilo di sicurezza peculiare di acalabrutinib sono importanti, in quanto ci stiamo impegnando per modificare gli outcomes già in una fase precoce del trattamento della malattia».

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