È stata pubblicata il 15 gennaio 2024 dal ministero della Salute la Relazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali negli animali destinati alla produzione di alimenti e nelle carni derivate (2014-2021). Come osservato dal Ministero, «la relazione, in linea con gli obiettivi definiti nel Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (Pncar) 2022-2025, è frutto della collaborazione tra il ministero della Salute e il Centro di referenza nazionale per l’Antibioticoresistenza e national reference laboratory for antimicrobial resistance (Crn-Nrl-Ar) dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana».
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Piano di monitoraggio nazionale sulla resistenza agli antimicrobici
Il Dicastero ha evidenziato che «nel settore veterinario italiano, l’attività di monitoraggio dell’antibiotico-resistenza è attuata, dal 2014, sulla base della decisione 2013/652/Ue, sostituita poi dalla decisione (Ue) 2020/1729. In accordo a tale normativa, il ministero della Salute (Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari e Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione), in collaborazione con il Crn-Nrl-Ar, emana annualmente un Piano di monitoraggio nazionale sulla resistenza agli antimicrobici (Piano Amr), che prevede l’esecuzione di test di sensibilità agli antibiotici su isolati batterici su provenienti da campioni rappresentativi (contenuto intestinale e carne fresca) della popolazione nazionale di polli da carne e tacchini da ingrasso negli anni pari (2014-2016-2018-2020), e di suini da ingrasso e bovini di età inferiore ai 12 mesi negli anni dispari (2015-2017-2019-2021)».
Andamento temporale dell’antibiotico-resistenza
Infine, come precisato dal Ministero, «la relazione, nel presentare i dati raccolti, a partire dal primo anno di attuazione del Piano Amr, evidenzia l’andamento temporale dell’antibiotico-resistenza, i risultati raggiunti come conseguenza delle misure messe in campo nel settore veterinario per contrastare il fenomeno e richiama l’attenzione su alcune problematiche ancora presenti e/o emergenti. I dati, inoltre, dovrebbero essere letti congiuntamente ai dati di vendita dei medicinali veterinari contenenti sostanze antibiotiche».
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