Si è svolta a Milano 26 e 27 ottobre 2023 l’ottava convention di Federfarma Servizi, sigla di Federfarma che rappresenta parte delle aziende operanti nella distribuzione intermedia. Nel corso dell’evento sono state presentante le cifre delle confezioni movimentate in regime di Distribuzione per conto (Dpc). Secondo quanto rilevato dalla sigla, «in un anno le aziende di distribuzione dei farmacisti associate di Federfarma Servizi hanno gestito e consegnato alle farmacie 41 milioni di confezioni destinate ai pazienti presenti in tutto il territorio nazionale». In generale, con riferimento al totale dei volumi erogati in un anno, «le aziende associate a Federfarma Servizi hanno movimentato più di 610 milioni di farmaci, 135 milioni di parafarmaci e 50 milioni di dispositivi medici».

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Aree terapeutiche e distribuzione geografica: i numeri. Federfarma Servizi ha fornito un resoconto delle aree terapeutiche legate ai medicinali distribuiti. Nel dettaglio «in base agli accordi regionali siglati con le rappresentanze delle farmacie, il comparto ha distribuito 28 milioni di farmaci e 13 milioni di dispositivi medici: in particolare, 7,2 milioni relativi all’apparato gastrointestinale e metabolismo, 9,3 milioni per sangue e organi emopoietici, 1,2 milioni per il sistema cardiovascolare, 3,3 milioni di prodotti per il sistema nervoso (dati 2022-2023)». Quanto alla distribuzione geografia, secondo Federfarma Servizi «al Nord sono andati 8,6 milioni di farmaci e 4,9 milioni di dispositivi medici, al Centro sono andati 12,1 milioni di farmaci e 6 milioni di dispositivi medici, mentre al Sud e alle isole sono andati 7 milioni di farmaci e 2 milioni di dispositivi medici».

L’appello alla maggiore sostenibilità. Nel corso della due giorni milanese, Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, ha ribadito il ruolo della distribuzione intermedia, sia di legato alla logistica, ma anche umano. Per il dirigente «è un servizio dall’elevato valore sociale, che risponde anche ad alcune necessità della medicina del territorio, specie quello italiano dall’orografia peculiare». Ciò nonostante, Mirone ha ribadito il proprio appello: «Chiediamo però che un simile servizio sia riconosciuto anche dal punto di vista della sostenibilità economica, per evitare che solo una parte della filiera ne sopporti il costo».

Anello importante della filiera farmaceutica. Sull’andamento dei costi nell’ultimo periodo, Mirone ha precisato che «nel settore trasporti abbiamo assistito a una impennata del costo del carburante, nel mercato creditizio i tassi di interesse che hanno subìto incrementi in termini percentuali a tre cifre, solo per evidenziare alcuni degli sforzi economici che le aziende associate di Federfarma Servizi hanno dovuto affrontare per mantenere i propri standard qualitativi nella loro attività quotidiana volta a garantire la fruibilità del bene farmaco. Tutto questo avviene tutt’oggi senza che vi sia stato il giusto riconoscimento da parte degli organi di Governo dell’essenziale funzione svolta dal nostro comparto a favore della sanità pubblica, come accaduto in altri paesi europei». Tutto ciò «senza aver fornito alcun supporto che garantisse sostenibilità a un anello così importante della filiera farmaceutica».

Utilità sociale della Dpc. Monica Lupo, direttrice generale di Federfarma Servizi, ha ricordato che «la Dpc è stata introdotta dalla legge 405/2001 con l’obiettivo di ridurre i disagi che la distribuzione diretta presso le strutture sanitarie pubbliche comporta per i cittadini, mantenendo l’acquisto dei medicinali da parte delle aziende regionali direttamente dalle industrie produttrici». Per Lupo «si tratta di un servizio pubblico che ha evidenziato ancora di più la sua grande utilità sociale durante la pandemia, quando era opportuno sia limitare gli spostamenti che accedere alle strutture ospedaliere, specialmente per soggetti che presentavano caratteristiche di fragilità anche a causa della propria patologia».

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