«Oggi si può e si deve parlare di aderenza in sanità in modo innovativo. Fino a ieri aderenza identificava il rapporto tra il paziente e la terapia che gli era stata raccomandata dal medico per affrontare positivamente una patologia, ma oggi questa stessa concezione è percepita come piuttosto limitata. Occorre infatti affrontare in modo nuovo – e quindi aderente – ogni atto assistenziale volto a migliorare e rendere più efficace la routine terapeutica dei pazienti, senza dimenticare che da un punto di vista della salute pubblica scarsa aderenza significa anche spreco di risorse, dai farmaci inutilizzati, alle ospedalizzazioni inutili, alla gestione non attenta di percorsi terapeutici e gestionali. E Sifo, quando si parla di innovazione e di nuovi approcci, è sempre in prima linea». Sono le parole di Arturo Cavaliere, presidente della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici (Sifo), nel suo intervento a Lecce nell’ambito del corso “Aderenza, risk management e inappropriatezza applicativa”, promosso e organizzato dalla stessa Sifo. Come riferito dagli organizzatori, «l’evento, che ha visto la partecipazione di oltre cento professionisti provenienti da varie discipline della sanità, si proponeva di acquisire e condividere competenze capaci di sviluppare quel “cambio di passo professionale”, indicato dal presidente Sifo».
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Tema che riguarda la totalità degli atti assistenziali
Maria Ernestina Faggiano e Piera Polidori, responsabili scientifiche dell’evento Sifo, hanno evidenziato che «il tema dell’aderenza è centrale e trasversale per i farmacisti del Ssn perché non riguarda soltanto la pianificazione e l’attuazione della terapia con il coinvolgimento dei pazienti, ma la totalità degli atti assistenziali». Secondo Faggiano e Polidori, «aderenza deve essere coniugata con appropriatezza e infatti la non adesione a regole, norme, disposizioni ha risvolti etici, economici, clinici di grande responsabilità. Ad esempio non essere aderenti alle regole di conservazione dei farmaci o a un Pdta o alla corretta lettura di un database amministrativo vuol dire gestire inappropriatamente risorse e nuocere alla qualità delle cure». Dunque, «la giornata di studio proposta dalla nostra società scientifica parte dalla considerazione che l’aderenza in termini di appropriatezza contribuisce a ridurre l’inappropriatezza e a ridurre gli sprechi per cui in questo senso l’aderenza ha un valore nella sostenibilità delle cure. I lavori si sono concentrati, partendo da esperienze già validate, sulla necessità di fornire strumenti per implementare strategie di management del rischio, ridurre le inappropriatezze e migliorare l’aderenza alle terapie e alle normative di riferimento anche nella multidisciplinarietà che caratterizza il nostro essere sanitari».
I temi trattati nel workshop
Diversi gli interventi nel workshop a Lecce, che ha visto la partecipazione di diverse figure, tra cui Andrea Marinozzi, aderenza ai protocolli sperimentali, Adriano Vercellone, aderenza alle normative nazionali e regionali nel monitoraggio dei flussi della farmaceutica, Paolo Serra ed Emanuela Omodeo Salè, miglioramento della qualità dell’aderenza attraverso l’accreditamento delle farmacie, Paolo Abrate e Ruggero Lasala, studi sull’aderenza alla terapia. Come riferito dagli organizzatori, sono stati approfonditi diversi temi, tra cui «le raccomandazioni ministeriali, i rapporti Osmed, il delicato tema del “lavaggio delle mani e delle infezioni ospedaliere”, la comunicazione tra professionisti e pazienti – presentato da Daniela Scala –, il contributo dei sistemi di digital health, la responsabilità ed etica nella promozione dell’aderenza – a cura di Stefano Rossi, direttore generale della Asl di Lecce –, gli strumenti dell’aderenza – tema illustrato da Alessia Pisterna e Andrea Ciaccia –, la lettura dei database amministrativi, le tematiche di aderenza legate all’home delivery, la gestione della galenica e la farmacoepidemiologia, settore di preminenza nelle competenze dei farmacisti ospedalieri».
I danni provocati dalla mancata aderenza alla terapia
Soffermandosi sui danni provocati dalla mancata aderenza alla terapia sulla sostenibilità clinica, Alessandro D’Arpino, vicepresidente Sifo, ha rimarcato quanto la «sovrapposizione di diverse terapie rendano più difficile l’aderenza ai trattamenti da parte soprattutto della popolazione anziana. Terapie multiple troppo complicate fanno sı̀ che si moltiplichino i rischi di interazioni farmacologiche rendendo la terapia talvolta dannosa. La semplificazione delle terapie genera automaticamente un miglioramento dell’aderenza al trattamento con conseguente miglioramento dell’efficacia dello stesso. Non dimentichiamo mai che i farmaci per funzionare hanno bisogno di essere somministrati e non soltanto prescritti».
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