I farmacisti clinici svolgono un ruolo fondamentale nella gestione della terapia farmacologica del paziente. Tuttavia, è necessario comprendere come la deprescrizione mediata dal farmacista possa essere implementata in ambito ospedaliero secondo le opinioni dei medici ospedalieri. Per assolvere a questo scopo, diversi ricercatori hanno contribuito allo sviluppo dello studio «Physicians views on pharmacists involvement in hospital deprescribing: A qualitative study on proton pump inhibitors», pubblicato sulla rivista scientifica “Basic & Clinical Pharmacology & Toxicology”. Secondo quanto evidenziato, lo scopo di questo studio è esplorare le opinioni dei medici sull’intervento dei farmacisti ospedalieri nel processo di deprescrizione, utilizzando l’esempio degli inibitori della pompa protonica (Ppi).
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Le modalità di esecuzione dello studio e i risultati
Per determinare gli atteggiamenti dei medici riguardo alla deprescrizione avviata dal farmacista ospedaliero, è stato condotto uno studio qualitativo utilizzando due gruppi di discussione con medici ospedalieri. Le interviste sono state registrate e trascritte utilizzando il software di analisi NVivo. Un’analisi tematica ha portato alla categorizzazione di tutti i verbatims. I medici ospedalieri sono riluttanti a deprescrivere farmaci avviati da un collega e ritengono che sia responsabilità del medico di base (GP), che tuttavia non lo fa a causa della mancanza di tempo. In questa situazione, il farmacista ospedaliero è nella posizione migliore per deprescrivere grazie alla sua competenza nella terapia farmacologica. Questa deprescrizione dovrebbe essere oggetto di discussione tra il farmacista ospedaliero, il medico ospedaliero, il medico di base e il paziente. La deprescrizione dovrebbe sempre essere adattata al contesto del paziente.
Principali evidenze e implicazioni
I medici ospedalieri sono aperti a un approccio centrato sul paziente e mediato dal farmacista per la deprescrizione, purché il medico di base sia coinvolto. Questo studio sottolinea l’importanza di un approccio multidisciplinare e personalizzato alla deprescrizione, che preveda il coinvolgimento di medici ospedalieri, medici di base, farmacisti e pazienti. Il coinvolgimento del farmacista ospedaliero può contribuire a migliorare la comunicazione tra i diversi professionisti sanitari e a garantire una gestione più efficace e sicura dei farmaci per i pazienti. Per facilitare questo processo, è importante promuovere la formazione e lo sviluppo di competenze specifiche per i farmacisti ospedalieri nel campo della deprescrizione e garantire una collaborazione efficace tra i vari professionisti sanitari coinvolti nella gestione del paziente. In conclusione, la deprescrizione mediata dal farmacista può rappresentare un’opportunità per migliorare la qualità della terapia farmacologica e ridurre i rischi associati all’uso inappropriato di farmaci, come gli inibitori della pompa protonica. Tuttavia, per garantire il successo di tale approccio, è fondamentale il coinvolgimento attivo di tutti i professionisti sanitari coinvolti nella cura del paziente e un’adeguata formazione e supporto per i farmacisti ospedalieri nella pratica della deprescrizione.
Uso più efficiente dei farmaci con la deprescrizione
È utile evidenziare che la deprescrizione è un processo sistematico e attento volto a interrompere o ridurre l’uso di farmaci potenzialmente inappropriati, inefficaci o dannosi per il paziente. Essa mira a migliorare la qualità della terapia farmacologica, ridurre gli effetti collaterali e le interazioni tra farmaci, e ottimizzare la gestione delle risorse sanitarie. Il processo di deprescrizione richiede una stretta collaborazione tra medici, farmacisti e pazienti, nonché una valutazione attenta delle necessità individuali, dei benefici e dei rischi associati all’uso di un farmaco. La deprescrizione è particolarmente importante per le popolazioni vulnerabili, come gli anziani o i pazienti con comorbidità, che sono spesso esposti a politerapie e a un maggiore rischio di effetti avversi.
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