Assistere i pazienti nella cura del dolore è una delle attività più importanti e frequenti per un farmacista. L’International pharmaceutical federation (Fip) ha sottolineato più volte come in quest’area l’approccio debba essere sempre più personalizzato e mirato alla persona che si ha di fronte. Il tema è stato oggetto di una tavola rotonda di esperti globali, riunitisi al Congresso Fip 2022, di cui ora è stato pubblicato il report “Enabling people-centred personalised care of pain in pharmacy”. Il fine della tavola rotonda era quello di individuare le modalità per fornire un’assistenza incentrata sulle persone nella gestione del dolore ed elaborare strategie per supportare i farmacisti nel raggiungimento dei migliori risultati clinici. Gli esperti intervenuti all’incontro sono partiti da domande precise, quali: «cosa può dirci l’indice globale del dolore su come le persone intervengono sul proprio dolore e su come migliorare la loro esperienza con gli operatori sanitari? Quali sono le sfide e le opportunità per le farmacie nella gestione del dolore cronico? Come possiamo utilizzare i profili dei pazienti per comprendere meglio loro e le loro esigenze di assistenza personalizzata? Quali strumenti, meccanismi e approcci possono consentire l’offerta di cure personalizzate del dolore in farmacia?».

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Formazione e strumenti per i farmacisti

Per offrire un servizio di qualità, il punto di partenza resta la formazione, prima accademica e successivamente professionale. La Fip sottolinea che «formare i farmacisti sui diversi tipi di dolore, l’impatto che può avere sugli individui e sulla società e il ruolo che essi, in quanto fornitori di servizi sanitari, possono svolgere attraverso diversi interventi e strategie, è una grande opportunità per migliorare la gestione del dolore in farmacia. Inoltre, l’educazione sulle abilità comunicative, la competenza culturale e l’empatia sono essenziali per fornire un’assistenza incentrata sul paziente per le persone con dolore». Occorre poi stabilire un dialogo costante con gli altri operatori sanitari per mantenere un approccio multidisciplinare. Tra gli strumenti che un farmacista può adottare per gestire il paziente nel presidio, gli esperti ne indicano due categorie, quelli per valutare la tipologia e intensità del dolore (pittogrammi, questionari, condivisione del fascicolo sanitario) e quelli per aiutare il paziente a gestirlo (strumenti digitali per ricordare di assumere le medicine e colloqui motivazionali).

Tipologie di pazienti con dolore

Gli esperti hanno identificato cinque profili di pazienti con dolore. Nel primo, il dolore è fuori controllo, influisce sulla qualità della vita delle persone e sulla loro salute mentale. Questi pazienti sono aperti alla condivisione delle loro preoccupazioni e a chiedere aiuto. Il secondo profilo è quello in cui il dolore è considerato un segnale, rende infelici i pazienti, che sono pronti a trattarlo poiché lo vedono come un segnale di avvertimento e sono a loro agio nel parlarne con gli operatori sanitari. Nel terzo profilo il dolore fa paura, causa ansia e spesso i pazienti aspettano prima di decidere di curarlo. Il quarto caso è quello di pazienti che riescono a vivere serenamente anche con dolore, fanno uno sforzo cosciente per gestire la loro salute generale e il loro benessere, e il dolore ha un impatto minimo o nullo sulla routine quotidiana e sulla qualità della vita. È meno probabile che chiedano aiuto se non necessario. Infine, c’è un quinto profilo, quello di pazienti che adattano la loro routine quotidiana a causa del dolore e non lasciano che questo influisca sulla loro vita. Si tratta di persone che in genere nascondono il loro dolore e si sentono a disagio nel condividere le loro preoccupazioni e bisogni, soprattutto quando vedono barriere come il tempo e il costo.

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