Nel 2022 i presidi farmaceutici in Italia hanno toccato quasi 20mila unità (di cui 7.200 farmacie rurali), circa il 50% in più rispetto al 1975. Le farmacie accolgono ogni giorno quattro milioni di cittadini, 800mila dei quali vi si recano in cerca di consigli sulla salute. La densità di presìdi per abitanti in Italia resta ancora più elevata rispetto alla media europea, con una farmacia ogni 2.952 abitanti contro una media europea di una ogni 3.245 abitanti. Questo il quadro riportato nel rapporto di Federfarma “La farmacia italiana 2023”, che integra anche i dati raccolti dal Rapporto annuale sulla farmacia, realizzato da Cittadinanzattiva in partnership con Federfarma. Un insieme di numeri e fatti che ritraggono una farmacia sempre più presente e impegnata su diversi fronti, tra i quali negli ultimi anni spicca l’attività di prevenzione, nella quale il 43,8% delle farmacie è impegnata in maniera continuativa e un ulteriore 52,1% in determinati periodi. Nel 71,2% dei casi i farmacisti eseguono test ed esami diagnostici, nel 69,7% misurano parametri e nel 68,2% consegnano ai cittadini materiale informativo.
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L’impresa farmacia in Italia
Esaminando i numeri economici dell’impresa farmacia, secondo le stime di Federfarma il fatturato medio per presidio è passato da 1.189.600 euro nel 2021 a 1.216.866 euro nel 2022. A livello complessivo il fatturato del settore si è attestato a 25.844 miliardi di euro, registrando una crescita del 4,5%. Lo scorso anno le vendite (farmaci e mercato commerciale) hanno raggiunto 2,6 miliardi di confezioni, di cui il 55,5% erano farmaci con ricetta (A+C) e il 44,5 farmaci senza ricetta e prodotti del mercato commerciale. Sempre stando a stime elaborate da Federfarma, il reddito d’impresa medio è aumentato da 170,7 migliaia di euro (2021) a 177,6 migliaia (2022).
Le riforme ancora da completare
Sul business della farmacia nel futuro avranno un impatto le riforme attualmente in corso, che porteranno risvolti positivi sia alla salute dei cittadini sia al sistema sanitario nazionale. Come spiega il presidente di Federfarma Marco Cossolo, «due riforme, che si sono avviate a cavallo dell’esperienza pandemica, sono in corso di attivazione e devono essere completate: la sperimentazione del modello della “Farmacia dei servizi”, secondo quanto previsto dalla legge n. 205 del 2017, e il trasferimento alla Dispensazione per conto (Dpc) da parte delle farmacie di molti farmaci prima assegnati alla Distribuzione diretta (Dd) da parte delle strutture ospedaliere. Tale ultimo fenomeno si è sviluppato in conseguenza dell’esplosione della pandemia e va ulteriormente esteso e generalizzato, escludendo dalla Dpc solo i farmaci che richiedono la somministrazione in ambito specialistico e verificando la possibilità di un coinvolgimento delle farmacie nella consegna anche domiciliare di farmaci a pazienti fragili».
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