L’incontro del 29 marzo 2023 a Roma con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha visto anche la presenza di Farmindustria. Secondo la sigla, l’evento ha «un valore straordinario e conferma l’approccio innovativo e aperto del Governo per rispondere alle molte e complesse sfide che il contesto internazionale pone all’industria farmaceutica in Italia. Un settore strategico per la salute, gli investimenti, l’occupazione e la sicurezza nazionale che finalmente riceve prime risposte positive come i decreti attuativi sugli studi clinici». La sigla delle industrie del pharma ha sottolineato che l’Italia «è leader in Europa e le imprese vogliono continuare a investire e a creare occupazione di qualità, per far vincere all’Italia la competizione globale in atto nelle life sciences».
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Numeri e fatturati del comparto in Italia
Quanto ai risultati presentati nella giornata, Farmindustria ha messo in luce la presenza in Italia di «68,5 mila addetti diretti nel 2022, 90% laureati e diplomati, 44% donne (53% nella R&S) e 150 mila addetti inclusi i fornitori», «+9% crescita occupazione 2017-2022, +16% per i giovani e +13% per le donne». Inoltre «nel 2022 49 miliardi di produzione con 47,6 miliardi di export, a crescente valore aggiunto», a cui si aggiungono «3,2 miliardi di investimenti in produzione (1,4) e R&S (1,8)» e «700 milioni all’anno investiti in studi clinici (per ogni euro investito dalle aziende, il SSN realizza un vantaggio complessivo di quasi 3 euro – fonte Altems)». Il 2% del PIL rappresentato dal valore aggiunto diretto e nell’indotto.
Gli snodi fondamentali su cui puntare
Alla luce di quanto evidenziato Farmindustria «considera l’incontro estremamente positivo anche perché ha interconnesso finalmente e per la prima volta in Italia la politica sanitaria e la politica industriale. Che possono così concorrere in un’azione sinergica alla qualità dell’accesso alle cure dei cittadini e all’attrazione degli investimenti». Questo percorso, secondo Farmindustria, ha bisogno di affrontare rapidamente alcuni snodi fondamentali, tra cui «iil grave problema del payback con interventi normativi da applicare già dal 2023, usando le risorse già stanziate per la farmaceutica e senza ulteriori oneri per la finanza pubblica», «la tutela della proprietà intellettuale e la disponibilità di incentivi efficaci per gli investimenti sull’intero territorio nazionale», «la garanzia della presenza e della massima attenzione sui dossier UE sulla farmaceutica per valorizzare l’interesse nazionale» e «l’introduzione di regole aggiornate all’evoluzione del settore e all’innovazione sempre più veloce che genera». Solo così sarà possibile, secondo Farmindustria, «lavorare insieme nella linea tracciata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “con uno Stato alleato delle imprese”, offrendo importanti segnali concreti agli investitori nazionali ed esteri per favorire l’attrattività dell’Italia nella farmaceutica».
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