I neolaureati in Farmacia spesso si trovano smarriti nell’approcciarsi a una professione con sbocchi molto diversi tra loro e che opera in un contesto interessato da grandi cambiamenti. Carolina Carosio, presidente della Federazione nazionale associazioni giovani farmacisti (Fenagifar), spiega quali sono, a suo avviso, i principali ostacoli che s’incontrano all’inizio della vita lavorativa e come superarli. «Credo sia importante – spiega Carosio a FarmaciaVirtuale.it – porre l’attenzione su cosa s’intende per carriera, in quanto il nostro percorso accademico apre le porte a tante possibilità. Il farmacista può trovare impiego a livello ospedaliero, nella ricerca, in ambito universitario piuttosto che nella farmacia di comunità. Le sfide quindi sono correlate alle ambizioni personali e al contesto lavorativo nel quale si trova a vivere quotidianamente. Di sicuro è fondamentale imparare a comunicare con le persone e con i colleghi e a lavorare in team, valorizzando le competenze di ognuno. Di solito quando s’intraprende la professione si parte con un’idea, un’aspirazione o l’ambizione di effettuare un determinato percorso, ma poi nel tempo si scelgono esperienze diverse dettate dalla vita, che spesso porta a mettersi in gioco in maniera diversa rispetto all’idea iniziale. Oggi il percorso accademico fornisce una discreta visione sulle basi della professione, ma poi l’accelerazione dovuta ai grandi cambiamenti, le novità normative e le nuove competenze hanno fatto sì che gran parte delle competenze si acquisiscano sul campo. È una sfida che si coltiva giorno per giorno».

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Imparare a leggere i tempi

Il settore farmaceutico vive da sempre in mezzo a grandi cambiamenti che, secondo Carolina Carosio, vanno vissuti in modo proattivo e come un’opportunità. «Uno degli ostacoli principali che s’incontra da neolaureati e da giovani farmacisti – spiega la presidente della Fenagifar – è spesso la difficoltà nel saper leggere i tempi, una capacità che si acquisisce con gli anni e che all’inizio può sembrare un problema insormontabile. Ma quando si comprende che l’acquisizione delle competenze mancanti si raggiunge anche passando attraverso una formazione costante, ogni ostacolo viene meno e si supera. Certamente bisogna essere capaci di mettersi in gioco ed essere proattivi di fronte ai cambiamenti perché non si rimane esenti dal contesto in cui si opera. La pandemia ha dimostrato come la nostra categoria sia in grado di muoversi anche in un contesto di estrema difficoltà e urgenza. Affrontare i cambiamenti è nel Dna del farmacista, una professione storica rimasta sempre un punto fermo sul territorio, dimostrando la sua grande capacità di evolversi e seguire i tempi. Le competenze del farmacista devono quindi rispondere all’evoluzione dei tempi, cavalcando il cambiamento senza subirlo e cercando di mantenere sempre passione e curiosità per quello che non si conosce, senza aver paura di sbagliare».

Il valore dello scambio interpersonale

La farmacista conclude sottolineando il valore dell’interazione con gli altri e della vita associativa. La dirigente sottolinea che «per sua natura Fenagifar, essendo una federazione che raggruppa delle associazioni sul territorio, è una sorta di trait d’union tra il mondo accademico e il mondo del lavoro. La forza federale è fatta dalle tante associazioni del territorio, che condividono esperienze diverse. Fenagifar si pone come soggetto utile a livello istituzionale e di rappresentanza dei giovani professionisti. Uno dei punti fermi della nostra organizzazione è quello di dar voce ai giovani farmacisti ed essere un punto d’ascolto per tutti, facendo sì che le persone entrino in contatto tra loro. L’aspetto umano, infatti, resta per noi fondamentale, al di là delle grandi opportunità che le nuove tecnologie ci offrono. Il valore di un corso residenziale in cui i colleghi si incontrano e si confrontano non ha eguali ed è lì che si costruisce la vera formazione. L’esperienza associativa, che consiglio a tutti i colleghi, è una palestra di vita importante perché permette di entrare in contatto con tante realtà e apre moltissime opportunità di interazione con gli altri».

Intervista integrale

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