«Roche S.p.A. chiude il 2022 in crescita, con un fatturato complessivo di 849,7 milioni di euro. Un risultato brillante raggiunto al termine di un anno complesso caratterizzato da una forte volatilità geo-politica». A farlo sapere è la stessa azienda globale, la quale ha reso noto che «un importante driver della crescita è stato il lancio di nuovi prodotti ad alto tasso di innovazione in diverse aree, alcune nuove per Roche Italia». Lo scorso dicembre l’azienda Roche ha celebrato 125 anni di presenza e attività nel nostro Paese, presentando un volume che ripercorre la storia.

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Le performances dei principali prodotti

Tra i prodotti lanciati da Roche è presente «Evrysdi®, il primo trattamento a domicilio per le tipologie più diffuse di atrofia muscolare spinale e Polivy® nel trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato refrattario nei pazienti non candidabili al trapianto. Importante anche la performance di Tecentriq®, farmaco già presente per il trattamento di alcune forme di tumore al polmone, che ha visto Roche entrare nel 2022 in una nuova area terapeutica ad alto need terapeutico come l’epatocarcinoma». Roche Italia ha fatto sapere che «molto positivi anche i risultati dei prodotti stabilmente in portfolio: Perjeta® e Kadcyla®, due anticorpi monoclonali per il trattamento del tumore alla mammella, Alecensa®, farmaco per il trattamento di una particolare mutazione nel tumore polmonare, Ocrevus®, il primo farmaco indicato nella sclerosi multipla primariamente progressiva che dal 2018 ha segnato l’importante ritorno di Roche nell’area delle neuroscienze e di Hemlibra®, il primo anticorpo monoclonale a essere raccomandato per l’uso nei pazienti con emofilia A».

Crescita del fatturato di 54 milioni rispetto all’anno precedente

Maurizio de Cicco, presidente e amministratore delegato di Roche S.p.A., ha sottolineato di essere «orgogliosi di aver chiuso il 2022, anno della celebrazione dei nostri 125 anni in Italia, registrando una crescita del fatturato di 54 milioni rispetto all’anno precedente». Secondo il dirigente si tratta di «un risultato che supera le nostre aspettative e che assume ancora più valore se pensiamo al difficile contesto generale nel quale ci siamo mossi. Ciò che da sempre ci guida è l’innovazione che si sostanzia anche negli investimenti in ricerca clinica nel nostro Paese che quest’anno hanno superato i 46 milioni di euro e che ci hanno permesso di raggiungere oltre 17.600 pazienti in 261 studi clinici. La ricerca clinica è un asset estremamente importante per l’intero sistema perché offre la possibilità ai pazienti di avere accesso anticipato all’innovazione terapeutica ma ricopre anche un grande valore socio-economico sia per le strutture sanitarie sia per l’intero Ssn. Per questo accogliamo con grande soddisfazione l’adeguamento dell’Italia agli standard stabiliti dal regolamento europeo voluto dal Ministro della Salute e da Aifa che consentirà al nostro Paese di attrarre investimenti in ricerca clinica e rimanere un’eccellenza».

Collaborazione con oltre 190 centri di ricerca

L’azienda ha fatto sapere che «solo nel 2022 grazie alla collaborazione con oltre 190 centri di ricerca, Roche S.p.A. ha gestito 261 studi clinici, su 71 molecole, di cui hanno beneficiato 17.631 pazienti. Negli ultimi 5 anni l’azienda ha investito in ricerca clinica nel nostro Paese oltre 220 milioni di euro. Questo conferma l’impegno di Roche verso la sostenibilità del Sistema Salute. Dalla misurazione dell’impatto economico delle sperimentazioni cliniche emerge, infatti, che grazie all’impegno in ricerca clinica, Roche contribuisce ogni anno a far risparmiare al Servizio sanitario nazionale circa 180 milioni di euro. Il tema dell’accesso all’innovazione riguarda da vicino anche i programmi di uso compassionevole (CUP). Sono stati oltre 480 i pazienti in trattamento nei CUP o in programmi di accesso post-trial nel 2022. Tra il 2015 e il 2022 i CUP gestiti da Roche hanno permesso un risparmio massimo netto per il Ssn di 102,2 milioni di euro».

Impegno per la sostenibilità del sistema

De Cicco ha evidenziato che «continueremo con il nostro impegno per la sostenibilità del sistema lavorando in collaborazione con tutti gli interlocutori per trovare nuove soluzioni ai bisogni di salute e contribuire alla creazione di un sistema più efficace e tempestivo nelle sue risposte. Bisogna passare da un concetto di “value for money”, utilizzato spesso anche per la valutazione dei farmaci e che si traduce in un concetto di economicità ed efficienza, a un nuovo paradigma dal valore molto più ampio di “value for society”. Un esempio concreto in questo senso è rappresentato dall’oftalmologia, area che ci vedrà protagonisti nel prossimo futuro con il primo anticorpo bispecifico per la degenerazione maculare legata all’età neovascolare e per l’edema maculare diabetico. Come riporta un recente studio di Altems, infatti, in quest’area una migliore presa in carico potrebbe far risparmiare al sistema 24mila euro per singolo paziente. Sempre in quest’ottica credo sia necessaria e urgente una nuova governance che superi il meccanismo del payback per il quale il contributo di Roche per gli ultimi tre anni è stato di oltre 350 milioni di euro».

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