«Negli ultimi due anni, per far fronte alle mutate esigenze della società, la professione del farmacista è profondamente cambiata, affermando il suo ruolo centrale per assicurare ai cittadini servizi professionali e prestazioni sanitarie che vanno al di là della pur indispensabile dispensazione del farmaco». È quanto affermato da Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), a margine del convegno “Quale futuro per la farmacia nell’era post-Covid. Quattro punti di vista per guardare con fiducia e resilienza al cambiamento”, tenuto nell’ambito di Cosmofarma 2022 a Bologna. Per Mandelli «il ruolo che hanno acquisito i farmacisti nell’aiutare il Paese a tracciare i contagi, il servizio reso ai milioni di cittadini che si sono recati in farmacia per la stampa dei green pass, il coinvolgimento nelle campagne vaccinali e nella dispensazione sul territorio dei farmaci antivirali contro il Covid, e ancora la possibilità di eseguire in farmacia gli esami diagnostici di prima istanza, sono la prova dell’apporto che i farmacisti italiani possono dare alla sanità del Paese».

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Aggiornamento scientifico e nuove tecnologie

Mandelli sottolinea come «i farmacisti si sono dimostrati tra i professionisti della salute più disponibili all’aggiornamento scientifico e più preparati all’introduzione delle nuove tecnologie. Ne è prova la rapidità e l’efficienza con cui abbiamo risposto alla completa dematerializzazione delle ricette. Anche sul fronte della digitalizzazione, siamo pronti a fare la nostra parte per contribuire alla realizzazione di un sistema sanitario digitale costruito intorno al paziente e fondato sulla collaborazione sinergica tra i professionisti sanitari. L’entrata a regime del Fascicolo sanitario elettronico e l’integrazione con il Dossier farmaceutico sono due aspetti fondamentali per realizzare una reale assistenza di prossimità che non può esistere senza il pieno coinvolgimento dei farmacisti».

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