«Assofarm chiede con forza che il confronto per il rinnovo della convenzione tra Regioni e farmacie riprenda quanto prima. Confronto nel quale Assofarm porterà l’entusiasmo civile che sempre ha contraddistinto il lavoro dei manager e dei farmacisti delle oltre 1.600 farmacie comunali presenti in tutta Italia». Sono le parole di Venanzio Gizzi, presidente Assofarm, all’indomani della sottoscrizione della nuova convenzione farmaceutica da parte delle istituzioni sanitarie e delle rappresentanze delle farmacie francesi. Fornendo ulteriori dettagli sull’accordo in Francia, Gizzi riporta che per quanto riguarda la dispensazione a domicilio «i farmacisti verranno remunerati con 2,5 euro per consegna, con un limite di 5 atti giornalieri».
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Le attività delle farmacie francesi
Quanto ai servizi erogati, le attività delle farmacie francesi includono anche «richiami vaccinali per adulti, dispensazione di kit per screening riferite ad un numero via via crescente di patologie, collaborazione con il medico di medicina generale nelle zone con bassa presenza di medici stessi, telemedicina, supporto alle donne in gravidanza». Previste iniziative nell’ambito della sicurezza farmacologica, tra cui «sviluppo di piani che rafforzino l’aderenza terapeutica e corretta assunzione del farmaco oltre alla veridicità delle prescrizioni». Infine, investimenti «a sostegno del complesso piano di interventi, il sistema assicurativo obbligatorio e quello complementare, corrispondenti al nostro Ssn, stanzieranno circa 130 milioni di euro».
Accordi fra le parti a invarianza di spesa
Gizzi evidenzia come «quanto accaduto oltralpe colpisce certamente la rapidità con le quali le parti hanno raggiunto un accordo, i contenuti innovativi di quest’ultimo e, differentemente dal mantra che permea ogni nostra trattativa con il Ssn, ovvero procedere agli accordi fra le parti con l’invarianza di spesa, le risorse economiche impegnate». Per il dirigente si tratta di «contenuti assolutamente coerenti con la necessità di rafforzamento della sanità territoriale, emersa drammaticamente in tutta Europa a seguito dell’emergenza Covid» e «risultati certamente dovuti alla rinomata efficienza della pubblica amministrazione francese, ma forse ancor più dipendenti da una forte volontà politica di investire nel sistema farmaceutico territoriale». Da qui, l’auspicio di Gizzi, secondo cui «tutto ciò dovrebbe ispirare il dibattito italiano».
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