«In questa fase della pandemia continua a essere determinante il supporto delle farmacie alle istituzioni per contenere i contagi e rispondere prontamente alle necessità di salute dei cittadini». Sono le parole di Federfarma, all’indomani dell’annuncio dell’accordo di cessione al pubblico a prezzo calmierato delle mascherine Ffp2. Federfarma evidenzia come «in quest’ottica ha accolto l’invito del Commissario straordinario Figliuolo a praticare un prezzo massimo di vendita delle mascherine Ffp2 pari a 0,75 euro». Ciò con la finalità di «agevolare l’accesso della maggior parte di persone possibile a un presidio di protezione individuale che, alla luce delle nuove norme varate dal Governo, riveste un’importanza fondamentale per poter continuare a svolgere le normali attività quotidiane».

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Massiccia adesione da parte dei farmacisti titolari

Marco Cossolo, presidente di Federfarma, auspica «una massiccia adesione, da parte dei colleghi, al protocollo d’intesa». Nella stessa occasione ringrazia i farmacisti «per essersi resi sempre disponibili alle richieste delle istituzioni nell’interesse della collettività, confermando il ruolo della farmacia quale primo presidio sanitario di prossimità integrato nel Ssn. Aderire al prezzo massimo di vendita concordato per le mascherine Ffp2 è un ulteriore servizio che rientra appieno nell’evoluzione del nuovo modello di farmacia. Una farmacia che non ha paura di cambiare, perché consapevole di essere un tassello fondamentale nel processo di territorializzazione dell’assistenza sanitaria, primo anello di congiunzione tra cittadini e Ssn».

Le farmacie non hanno stesso potere di acquisto della Gdo

Secondo Roberto Tobia, segretario Federfarma, «le mascherine Ffp2 si vendono ovunque e a volte senza i necessari quanto opportuni controlli di qualità e sicurezza. Le farmacie che stanno aderendo all’accordo hanno accolto l’invito del governo nazionale a praticare un prezzo calmierato pur non avendo in tante il potere d’acquisto della grande distribuzione organizzata, con l’obiettivo di offrire ai cittadini un dispositivo medico assolutamente sicuro e indispensabile in questo particolare momento pandemico e, in alcuni casi, obbligatorio per lo svolgimento delle attività sociali e lavorative. I margini di questa attività sono sicuramente risibili e non comportano benefici evidenti per le farmacie, che continuano a erogare il servizio nell’interesse della collettività. La fornitura di mascherine e presidi di sicurezza è un dovere: lucrare su questi articoli sarebbe immorale e contrario ai principi della professione del farmacista sui quali abbiamo prestato giuramento».

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