L’onorevole Marcello Gemmato, capo del dipartimento Sanità di Fratelli d’Italia e segretario della commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, ha dichiarato l’intenzione di intervenire a favore dei diversi cittadini che, per questioni burocratiche, non riescono a percepire l’indennizzo a la sindrome da talidomide. «È assurdo che alcune delle tante persone affette da sindrome da talidomide – spiega l’Onorevole in un comunicato stampa – non riescano a beneficiare dell’indennizzo previsto dallo Stato. E infatti, ancora oggi, si pretende di concedere l’indennizzo subordinando tale diritto all’esibizione, da parte di questi soggetti, della documentazione sanitaria relativa alla patologia materna che ha richiesto la somministrazione della talidomide, dalla quale si dovrebbe evincere la prescrizione e l’assunzione del farmaco da parte della madre in periodo di gravidanza. Tali documenti sono tutti ormai vecchi di più di 50 anni e le persone affette da questa sindrome non possono averli conservati né potranno mai ritrovarli».
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La questione della commissione medica
Gemmato ha inoltre osservato che, sebbene vi sia la possibilità, per coloro non in possesso della documentazione, di chiedere un giudizio sanitario a un’apposita commissione medica, l’indennizzo in questione spesso non viene comunque concesso. «Nella risposta alla mia interrogazione in materia di sindrome da talidomide da parte del Ministro della Salute – afferma Gemmato -, il Sottosegretario Bergamini ha voluto evidenziare che i soggetti che non sono in possesso della documentazione hanno comunque la possibilità di essere ammessi al giudizio sanitario da parte della commissione medica ospedaliera per l’ottenimento dell’indennizzo. Ciò è vero così come pare sia altrettanto vero che, anche secondo quanto si evince da fonti di stampa, la stessa commissione puntualmente abbia negato la concessione dell’indennizzo sostenendo la mancanza di nesso causale tra assunzione della talidomide e menomazione».
Differenziazione in base all’anno di nascita
La decisione dell’onorevole Gemmato di presentare un emendamento per modificare l’attuale normativa è dovuta anche al riscontro dell’esistenza di un trattamento differente tra soggetti nati tra il 1958 e il 1966 e tutti gli altri. «Ciò che appare altrettanto assurdo – sottolinea il parlamentare – è che le persone affette da sindrome da talidomide nati dal 1958 al 1966, a differenza di quelle nate al di fuori di questo arco temporale, non hanno l’obbligo di produrre questa certificazione medica per poter ottenere l’indennizzo. Il motivo, secondo il Ministero, è attribuibile al fatto che solo per i nati al di fuori del range 1958-1966, alla luce della letteratura scientifica a oggi disponibile e nella considerazione che rimane un’area di incertezza nell’attribuzione della malformazione alla sindrome talidomidica, questa debba essere risolta attraverso un’accurata diagnosi differenziale, fondata su criteri clinici e molecolari e che, pertanto, si debba chiedere necessariamente questa documentazione sanitaria. Presenterò un emendamento al prossimo decreto in corso di conversione utile volto a modificare la normativa che impedisce a queste persone di poter beneficiare di un loro diritto».
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