“Finfarma” è il nome dell’indagine portata a termine dai carabinieri del Nas di Milano, coordinata dalla locale Procura della Repubblica. I militari hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 3 soggetti ritenuti responsabili di diversi reati tra cui associazione per delinquere, falsità ideologica, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta, nonché mendacio e falso interno. Ulteriori 13 persone sono state denunciate in stato di libertà «nell’ambito di un radicato sistema criminale – ha fatto sapere il ministero della Salute – costituito da promotori e sodali di un’associazione per delinquere dedita a uno spregiudicato accaparramento di farmacie territoriali in varie Regioni italiane, provocandone successivamente il dissesto finanziario tramite la costante distrazione degli incassi e di ogni altra risorsa economica delle attività commerciali».

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I dettagli emersi dalle indagini

Secondo quanto illustrato dal dicastero, le indagini «hanno fatto emergere le illecite attività di un’associazione per delinquere – prosegue la nota – creata e gestita da un pluripregiudicato siciliano, già colpito da numerose condanne per analoghi reati, che aveva costituito 2 holding societarie tramite le quali acquisiva numerose farmacie su tutto il territorio italiano che progressivamente venivano condotte al dissesto finanziario, tramite una sistematica distrazione fraudolenta dei loro incassi e di ogni altra risorsa economica, per un valore accertato di oltre 3 milioni di euro». Stando a quanto evidenziato, «i carabinieri del Nas sono riusciti ad attribuire al sodalizio criminale ben 9 bancarotte fraudolente di altrettante farmacie territoriali, ma soprattutto a dimostrare che l’organizzazione criminale aveva ideato un ulteriore ingegnoso ed illecito modus operandi».

L’ipervalutazione con false perizie

In merito alle modalità di azione dei soggetti, «le citate farmacie – ha precisato il ministero della Salute -, prima di essere dichiarate fallite, venivano ipervalutate tramite la redazioni di false perizie – eseguite da compiacenti commercialisti membri dell’associazione per delinquere – che ne accrescevano illecitamente il valore di mercato per truffare alcuni Istituti di credito, cercando di ottenere un finanziamento di 19 milioni di euro, garantito proprio dalle farmacie fittiziamente sovrastimate. Il denaro ottenuto con tale illecita operazione speculativa sarebbe stato successivamente trasferito su conti correnti offshore accesi in paradisi fiscali esteri ed utilizzati per nuove finalità illecite e per ulteriori arricchimenti personali».

Le conseguenze sul territorio

Quanto all’impatto dell’operato del sodalizio sul territorio, «dai riscontri investigativi ottenuti – si legge nel rapporto – è emerso che l’illecita attività del sodalizio criminale, volta all’accaparramento di farmacie ed al loro successivo fallimento, ha determinato un sicuro disagio per la popolazione locale a causa della chiusura di punti di riferimento farmaceutico per l’acquisto al dettaglio di medicinali, come nella città di Bologna, dove insistevano 3 farmacie interessate dall’attività illecita, nei comuni di Barletta e Trani nonché in quello di Artena, in provincia di Roma, dove è stata chiusa l’unica attività di vendita di farmaci presenti nel territorio comunale».

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