«Una scelta di continuità nell’interesse delle farmacie comunali italiane. In un momento caratterizzato dalla presenza di dossier vitali per il nostro futuro, dal rinnovo della convenzione alla nuova remunerazione, le farmacie comunali scommettono sul proprio gruppo dirigente». Commenta così Venanzio Gizzi, presidente uscente di Assofarm, federazione Nazionale delle Farmacie Comunali, al rinnovo del proprio mandato per il triennio 2019-2022. Confermati anche i membri del consiglio direttivo Luca Pieri, vice presidente, Roberto Rava, vice presidente, e i consiglieri Egidio Campari, Mario Corrado, Domenico Della Gatta, Andrea Inserra, Alessandro Menapace, Alessio Poli, Virgilio Puletti, Angelo Stefanori e Sergio Zingoni.
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Secondo quanto spiega lo stesso Gizzi, saranno diversi i fronti su cui verterà l’attività dell’associazione. Il primo riguarda l’impegno alla diffusione delle società benefit, «come modello giuridico ideale per le farmacie comunali», successivamente «la firma di un contratto di lavoro dei farmacisti comunali maggiormente allineato ai nuovi scenari che si affacciano all’orizzonte delle farmaci italiane», ed infine «la volontà di realizzare il recente protocollo d’intesa con Anci rafforzando ’integrazione fra il servizio farmaceutico comunale e le amministrazioni locali». «Uno dei temi più vivaci – spiega Gizzi – è la posizione di Assofarm riguardo la legge sulla concorrenza». In particolare, la federazione «accoglie anche multinazionali del farmaco».
Ed è solo «grazie a questo dibattito e a questa pluralità», spiega Assofarm, «che abbiamo potuto sviluppare opinioni precise ma mai ideologiche. Siamo contro una farmacia-negozio-del farmaco perché non è in linea con la storia sanitaria del paese, ma non saremo mai contro le catene di farmacie. Non lo siamo perché per noi il punto non sta nella proprietà, ma nel cosa fa la farmacia, nel come lo fa e nel chi lo fa al suo interno. Insomma, condividiamo pienamente la linea espressa in diverse occasioni dai vertici di alcune multinazionali nostre associate: mettere sempre al centro dei nostri sforzi il farmacista e il suo ruolo. Se questo è l’obiettivo condiviso da tutti i player della distribuzione del farmaco, la concorrenza non potrà che fare benissimo alla farmacia italiana».
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