comifarLa Filcams-Cgil ha fatto sapere che nelle giornate del 4 e del 5 dicembre 2018 «è proseguito il confronto con la Comifar Distribuzione per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale». In particolare, si è parlato delle attività lavorative svolte tra la mezzanotte e le 6 del mattino. Il sindacato ha fatto sapere di aver avanzato una serie di proposte all’azienda, sulla cui base quest’ultima «si è espressa formulando un’articolazione contenente i seguenti principi: la suddivisione delle Unità Distributive (UD) in base al criterio delle dimensioni (ovvero “Grandi UD”: Novate, Roma Tiburtina, Paese (TV), Bari, Catania e Casalecchio (BO) e “Medie UD”: Teramo, Lamezia, Pavia, Belfiore, Perugia, Martina Franca, Pescia, Roma Marozzo)».

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Quindi una «sperimentazione su alcune UD con differenziazione della durata, ovvero 12 mesi di fase test per le Grandi UD e 24 mesi per le Medie UD; base volontaria dei soggetti coinvolti e in caso di insufficienza di volontari, applicazione di un criterio di equa rotazione tra i lavoratori e le lavoratrici». Sono stati poi evocati il «riconoscimento di una maggiorazione per il turno notturno pari al 25% e di una riduzione oraria di 15 minuti giornalieri»; la consultazione dei sindacati territoriali «per la definizione della percentuale di volontari per il turno notturno, la durata (su 5 o 6 giorni) e l’individuazione di quali attività e reparti debbano essere oggetto della sperimentazione». La Comifar ha quindi mostrato la propria «disponibilità a stabilizzazioni di lavoratori somministrati», e «a conclusione della fase sperimentale, all’avvio della gestione dello strumento organizzativo in fase ordinaria preservando prioritariamente l’elemento della volontarietà e in subordine il criterio di una equa rotazione fra il personale dipendente. L’azienda ha specificato, a fronte delle evidenze lato sindacale, l’esclusione di automatismi tra la fase di sperimentalità e il passaggio all’utilizzo ordinario di tali turnazioni».

A ciò le organizzazioni sindacali hanno risposto con un’apertura, subordinata ad alcuni punti fermi: «L’utilizzo esclusivo della volontarietà del personale dipendente», una «chiara articolazione del non automatismo tra la fase sperimentale e l’ordinarietà di tale istituto organizzativo», la «definizione specifica delle UD oggetto della sperimentazione», la possibilità di «negoziare ulteriormente la maggiorazione proposta e aumentare la riduzione oraria al personale interessato a tale fase sperimentale», l’introduzione di «un livello di monitoraggio e controllo della fase test a livello nazionale e territoriale», la «distribuzione del turno notturno su 5 giornate lavorative e non 6 e il non utilizzo contemporaneo dei cosiddetti “orari spezzati”», e infine il dialogo sulla «stabilizzazione di lavoratori somministrati». Le parti si sono date appuntamento per una nuova giornata di trattative per l’11 gennaio 2019, a Milano.

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