A seguito di un’intervista del ministro della Salute Giulia Grillo, la quale si era detta favorevole all’introduzione di un sistema di distribuzione basato su farmaci monodose, il presidente Federfarma Marco Cossolo si era detto favorevole alla lotta agli sprechi, sebbene parte di questi provenisse dai sistemi di distribuzione diretta dei farmaci da parte delle strutture pubbliche.
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In tale occasione il dirigente aveva sottolineato che «ingenti quantitativi di farmaci, forniti dalla ASL per terapie di interi mesi, rimangono inutilizzati nelle case dei pazienti deceduti o ai quali, semplicemente, il medico ha cambiato la cura. Ce lo raccontano i familiari che ci portano le confezioni ad uso ospedaliero avanzate a far vedere in farmacia. Possiamo dimostrare il fenomeno con documentazione fotografica».
Per portare in luce quanto evidenziato, Federfarma ha divulgato una circolare invitando le farmacie territoriali alla segnalazione di casi di restituzione di farmaci erogati attraverso la modalità di distribuzione diretta, riportati in farmacia dai pazienti o dai familiari che hanno intenzione di «liberarsi dei medicinali in questione, divenuti inutilizzabili a seguito di intervenute modifiche di terapia o per altre motivazioni, senza che ciò comporti spreco dei prodotti in questione».
Fermo restando che l’iniziativa non ha pretesa di scientificità alcuna, il sindacato ha sottolineato che «tali farmaci ovviamente non possono in alcun caso essere ritirati dalle farmacie (se non nell’ambito di un programma strutturato e validato di recupero di tali medicinali per un loro successivo riutilizzo a favore di soggetti fragili e non abbienti)», invitando al contempo le farmacie «presso le quali i pazienti o loro familiari riportino i farmaci descritti in quanto non più utilizzati, a prendere nota di tale circostanza, magari tramite documentazione fotografica, ed a inviare tale documentazione alla propria Associazione Provinciale, corredando, se possibile tale dossier con alcune qualificanti informazioni aggiuntive, come il riferimento della struttura erogante o al periodo di terapia al quale si riferiva il quantitativo consegnato».
«Tali informazioni – conclude Federfarma – rivestono particolare importanza per Federfarma da sempre impegnata a garantire nei confronti del SSN il corretto impiego delle risorse destinate all’assistenza farmaceutica ed a contrastare lo spreco dei farmaci. E’ convinzione della scrivente che tali fenomeni siano da porre in evidente relazione con gli ingenti quantitativi di farmaci, spesso di costo elevato consegnati in distribuzione diretta e destinati a coprire terapie di molti mesi».
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