Era previsto per il 15 luglio 2018 ma ha subito alcuni ritardi. Ma la pubblicazione del decreto che instaura anche in Francia la farmacia dei servizi è ormai «imminente». Secondo quanto riportato da Le Quotidien du Pharmacien, infatti, «il Consiglio di Stato (organismo di consulenza del governo di Parigi, ndr) ha appena approvato il testo, che attende dunque ora soltanto la firma del ministro della Salute Agnès Buzyn».
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Si tratta di un provvedimento particolarmente atteso dalla categoria. La versione finale, che è stata consultata dal giornale specializzato transalpino, «indica i grandi assi delle azioni che possono intraprendere i farmacisti territoriali. Ciò dovrebbe consentire a ciascun professionista di mettere facilmente in opera le novità». Ma come cambieranno, appunto, le farmacie francesi? «Il testo – prosegue l’articolo – spiega che il farmacista territoriale potrà effettuare azioni di monitoraggio e accompagnamento farmaceutico».
Il suo ruolo è infatti «di prevenire gli effetti collaterali delle terapie e garantire un uso adeguato dei medicinali, nonché l’aderenza terapeutica, procedendo all’analisi delle informazioni fornite dai pazienti sull’insieme dei trattamenti a cui essi sono sottoposti». Ma non è tutto: «I farmacisti potranno anche proporre azioni di prevenzione e di promozione della salute, così come partecipare a campagne di valutazione dei farmaci, dei dispositivi medici e dell’innovazione terapeutica, in collaborazione con le autorità sanitarie. Potranno poi partecipare a screening su malattie infettive così come non trasmissibili. Potrà quindi coordinare le cure in collaborazione con le altre professioni sanitarie, concorrendo alla presa in carico del paziente, nel rispetto delle indicazioni del medico».
Il testo chiede inoltre alle farmacie di tutelare la privacy dei pazienti: occorrerà perciò disporre di locali che consentano un colloquio individuale. I professionisti, inoltre, dovranno seguire specifiche formazioni. Come noto, in Italia la sperimentazione della farmacia dei servizi è stata approvata nel dicembre del 2017. Come riferito all’epoca dalla Fofi, «i pazienti potranno usufruire a carico del Servizio sanitario, oltre agli interventi a supporto dell’aderenza alla terapia, della diagnostica di prima istanza, delle prestazioni infermieristiche e delle altre indicate nei decreti applicativi». In tal modo, aveva aggiunto la federazione, «si riconosce la possibilità di remunerare il farmacista per l’attività di presa in carico del paziente con riferimento a prestazioni professionali qualificate, indispensabili per il miglioramento dell’assistenza sul territorio».
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