sanzioni-medicinali-scadutiCome riferito ai propri lettori dal nostro giornale, la Fofi ha reso nota una risposta fornita dal ministero della Salute in merito alle sanzioni che possono essere comminate in caso di detenzione di farmaci scaduti, guasti o imperfetti.

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FarmaciaVirtuale.it ha ascoltato in merito l’opinione di Maurizio Cini, docente presso l’università di Bologna e presidente dell’Associazione Scientifica Farmacisti Italiani, secondo il quale «la risposta che ha inviato il ministero ricalca in tutto e per tutto quella che avevo ricevuto personalmente circa due mesi fa».

Nello scorso mese di febbraio, infatti, il dirigente aveva sollecitato un chiarimento in merito: «All’epoca, esattamente come oggi, la mia opinione è che quanto indicato dal ministero non consente di superare le difficoltà imposte dalla normativa. Quest’ultima, infatti, appesantisce di fatto la situazione per le farmacie, poiché laddove non si applicano più le sanzioni penali, entrano in gioco quelle amministrative».

Secondo Cini, il principale nodo che resta irrisolto è quello dei prodotti stupefacenti scaduti: «In base alla circolare ministeriale essi devono essere detenuti fino alla constatazione che deve effettuare sul posto la Asl. Ma nel periodo che intercorre tra la richiesta che fa la farmacia di avviare la procedura di constatazione della quantità di stupefacente presente e la conclusione della stessa, passa inevitabilmente del tempo. Ed è proprio in questo momento che la farmacia è sanzionabile. Il problema quindi resta reale e concreto, sapendo che i prodotti stupefacenti scaduti vanno comunque conservati perché sono in carico nel registro».

Il presidente dell’Asfi fa perciò sapere che chiederà «nuovi chiarimenti, scrivendo in questo caso alla Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico, all’Ufficio centrale stupefacenti e avendo cura di mettere la Fofi in copia». Ma il docente non nutre grandi speranze: «La realtà è che l’unica cosa che a mio modo di vedere è possibile fare è cambiare la norma di legge. Non vedo altra soluzione».

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