Poco più di un anno fa, il 31 maggio 2017, Marco Cossolo veniva eletto alla presidenza di Federfarma. Il farmacista torinese raccolse 123 preferenze, contro le 113 andate ad Annarosa Racca, che aveva guidato il sindacato dei titolari di farmacia dal 2008. A distanza di un anno, FarmaciaVirtuale.it lo ha contattato per tracciare un bilancio dei primi dodici mesi di lavoro.
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È stato un anno intenso: di quali risultati è più orgoglioso?
Ne abbiamo ottenuti parecchi. In particolare, mi preme citare l’aggiornamento della tariffa nazionale per la vendita al pubblico dei medicinali, che non avveniva da moltissimi anni, e la revisione delle soglie per le agevolazioni sugli sconti alle farmacie rurali. Particolarmente importante, poi, il traguardo raggiunto per la farmacia dei servizi, che finalmente ha ottenuto i finanziamenti necessari per diventare operativa. Su questo punto è stato anche positivo il fatto che la Conferenza Stato-Regioni abbia indicato di allargare la sperimentazione alle regioni che inizialmente non erano state prese in considerazione.
Quali sono invece i principali obiettivi che si pone per il prosieguo del suo mandato?
Mi ripropongo di spiegare al nuovo governo quale sia il ruolo delle farmacie rurali nel sistema sanitario del nostro Paese. In questo senso, sottolineerò il fatto che non ha a nostro avviso senso che a tali esercizi vengano prima concessi dei sussidi e che poi questi vengano tassati. Lo riteniamo un controsenso: almeno al di sotto di una determinata soglia di abitanti, è necessario operare una defiscalizzazione dell’indennità. Altri obiettivi sono poi la chiusura della convenzione e la modificazione della remunerazione. Sono convinto che noi farmacisti dobbiamo cominciare ad “allontanarci” dal focus sul prezzo del farmaco. Immagino una farmacia nella quale si venda salute e non semplicemente medicinali. Occorre in questo senso un cambiamento culturale, che sposti l’attenzione dal bene-farmaco al bene-salute del paziente. Si tratta di un processo che attraversa, d’altra parte, anche altri settori: se si guarda alle aziende di successo, è stato effettuato proprio questo passaggio. Un esempio fra i tanti è la Apple di Steve Jobs, che negli anni è diventata un colosso proprio concentrandosi non più sul prodotto ma sull’utilizzatore. È stato un cambiamento epocale. E se vale per qualsiasi bene e servizio, figuriamoci per le farmacie. Infine, dobbiamo completare la revisione della farmacopea.
Continuerete a lavorare anche sul rinnovo del contratto collettivo?
Certamente. Devo dire su questo punto che ci sono state delle convocazioni, ma senza esito. In ogni caso, Federfarma manterrà l’apertura che ha dimostrato in questi mesi.
Di recente è cambiato il governo: ha fiducia nell’esecutivo M5S-Lega Nord?
Si tratta di due forze politiche che non avevano gli stessi intendimenti, la stessa filosofia, e che non rappresentano gli stessi bacini elettorali. Tuttavia ci si deve attenere ai fatti: nel contratto tra i due partiti ci sono alcune cose che ritengo condivisibili, a partire dal passaggio sulla governance farmaceutica. Si tratta di un tema che è da affrontare: sono assolutamente d’accordo con loro. Inoltre si parla di favorire la prossimità del cittadino ai servizi sanitari, altro punto da sostenere.
Però il nuovo ministro della Salute si è espresso in passato per la liberalizzazione della fascia C…
Questo è innegabile. Ma il M5S non è solo al governo. E nel contratto non ho letto nulla in merito. Che il ministro si sia espresso in quel modo in passato è un dato di fatto. Ma c’è una coalizione ora.
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