Cosa farà il governo Conte in materia di sanità? Per cercare di prevedere le mosse dell’esecutivo in carica dal 1 giugno 2018, e soprattutto quelle del ministero della Salute guidato da Giulia Grillo, è utile dare un’occhiata al programma del Movimento 5 Stelle (del quale fa parte la stessa Grillo). In materia di vaccini, si prevede di «ritornare al sistema previgente al decreto legge vaccini del ministro Lorenzin»: quest’ultimo, come noto, indica tra le altre cose che per iscriversi a scuola è necessario dimostrare di aver effettuato 10 vaccinazioni: contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, Haemophilus influenzae B, pertosse, morbillo, parotite, rosolia e varicella. Il M5S ha quindi proposto misure di contrasto al fenomeno dell’antimicrobico resistenza, tra le quali «un differente sistema di confezionamento dei farmaci, prevedendo l’introduzione di dosi unitarie o pacchetti personalizzati al fine di evitare auto prescrizioni da parte dei cittadini e ridurre anche i costi per il Servizio sanitario nazionale». Si propone inoltre di «riformare e riordinare gli ordini professionali della sanità, in un’ottica di diffuso e rilevante accorpamento per area».
Corposa, in particolare, la parte relativa ai farmaci. Si va così dall’eliminazione dei ticket sui farmaci «senza che ciò pesi sulle tasche dei cittadini italiani ma attuando delle semplici correzioni sull’attuale politica dell’Agenzia Italiana del Farmaco», all’introduzione «dell’obbligo di trasparenza e pubblicità nella contrattazione del prezzo dei farmaci fra Aifa e case farmaceutiche». Il M5S vuole poi «ridurre la durata di protezione della proprietà intellettuale dei farmaci per stimolare la ricerca e l’innovazione, nonché favorire la libera concorrenza», «adottare misure atte a controllare i prezzi dei farmaci, garantendo che le intese siano trasparenti e conoscibili, con evidenza del metodo utilizzato per la definizione del prezzo e degli utili, anche modificando il sistema di rimborso dei farmaci e avviando un processo di riordino della governance politica e dirigenziale dell’Aifa affinché sia garantita trasparenza, separazione di funzioni (anche recuperando competenze sottratte all’ISS) e un processo decisionale collegiale». Quindi «agevolare la distribuzione diretta dei farmaci da parte delle farmacie ospedaliere o delle ASL» e «rimuovere i vincoli alle procedure di registrazione dei medicinali equivalenti alla scadenza del brevetto («patent linkage») e assicurare la liberalizzazione della vendita dei medicinali di fascia C presso le parafarmacie».
Nel suo discorso programmatico tenuto al Senato, Conte si è inoltre soffermato sul tema della sanità esprimendosi con queste parole: «Il documento di economia e finanza già deliberato prevede una contrazione della spesa sanitaria. Sarà compito di questo governo invertire questa tendenza per garantire la necessaria equità nell’accesso alle cure. Le differenze socioeconomiche non possono, non devono risultare discriminanti ai fini della tutela della salute per i cittadini del nostro Paese. Perseguiremo una maggiore efficienza nell’erogazione dei servizi, sia in ordine ai volumi, alla qualità e agli esiti delle cure, sia in ordine alla gestione dei conti. Lavoreremo d’intesa con le Regioni e le Province autonome per implementare modelli organizzativi più efficaci, in grado di garantire una corretta presa in carico dei pazienti, favorendo la promozione e la prevenzione della salute attraverso l’integrazione dei servizi socio-sanitari oltre che il potenziamento della medicina del territorio. Vogliamo ottenere la riduzione dei tempi delle liste d’attesa e vogliamo che le nomine apicali delle strutture manageriali nel mondo della sanità avvenga in base a criteri esclusivamente meritocratici, rigorosamente al riparo da indebite influenze politiche». Un discorso che riassume quanto indicato nel contratto siglato da Lega e M5S, il cui capitolo 21 è dedicato alla sanità (all’interno, si parla anche di «revisione della governance farmaceutica»). In un’intervista a FiloDiretto, il presidente di Federfarma Marco Cossolo ha commentato i contenuti del contratto stesso, osservando che «il documento in questione prevede di sviluppare sul territorio i servizi sociosanitari per superare il modello di assistenza ospedalo-centrica. Un obiettivo condiviso da Federfarma, che è pienamente disponibile a fornire tutto il supporto necessario per permettere al nuovo governo di valutare le grandi potenzialità della farmacia in termini di capillarità e vicinanza al cittadino».
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane si sono invece concentrate sulla questione della liberalizzazione dei farmaci di fascia C, sottolineando come a loro avviso essa sia «a costo zero per lo Stato» e introduca «elementi di concorrenza reale nel settore», il che «permetterebbe un contingentamento dei prezzi dei farmaci con ricetta che i cittadini pagano d tasca propria e una migliore capacità dei farmaci equivalenti di affermarsi a tutto vantaggio del prezzo pagato. Il neo ministro è nel giusto solco del cambiamento, sin da ora siamo pronti a sostenere una battaglia che porterà risparmi, investimenti e nuova occupazione nel settore».
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