Da parte delle farmacie comunali non c’è alcuna discriminazione verso i colleghi delle parafarmacie. A spiegarlo è Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm, che ha risposto così alle accuse mosse da Davide Giuseppe Gullotta, presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, che aveva denunciato l’esistenza di alcuni bandi aperti da farmacie comunali «che escludono o penalizzano in varie forme i farmacisti delle parafarmacie».
L’associazione delle farmacie comunali ha risposto affermando di sostenere «da sempre che un farmacista è tale sia che lavori in una farmacia sia che lo faccia in una parafarmacia. Cosa diversa è quando alle sue competenze tecnico-sanitarie gli vengono richieste anche esperienze gestionali particolari, che può aver maturato solo dopo anni di lavoro in una farmacia territoriale». «Secondo i vertici del sindacato delle parafarmacie – prosegue Assofarm – il fatto che l’azienda pugliese (il riferimento è alla Servizi Farmaceutici di Brindisi Srl, che nell’ultimo bando per l’assunzione di un farmacista ha escluso gli anni di lavoro in parafarmacia, ndr) abbia posto come condizione di partecipazione al concorso per direttore di una farmacia comunale l’aver prestato servizio per almeno cinque anni in una farmacia territoriale, e abbia escluso da questo computo il lavoro svolto tanto in parafarmacie quanto in farmacie ospedaliere, è elemento discriminante all’interno della categoria». In realtà, Gizzi spiega che «il motivo di tali scelte è diverso da come lo ha inteso Gullotta. Come noto, infatti, un direttore di farmacia ha delle responsabilità amministrative e sanitarie non banali in termini di gestione dei magazzini di medicinali. Pertanto è legittimo escludere da un ruolo simile chi non ha lavorato in contesti dove non poteva maturare esperienze in grado di rispondere a queste responsabilità. Condizione, questa, che vale non solo per le parafarmacie, ma anche per le farmacie ospedaliere, entrambe citate nel bando della nostra associata di Brindisi». La FNPI aveva invece lanciato un appello direttamente alla Fofi, chiedendo che «si lavori seriamente per risolvere le tante anomalie che in questi anni si sono generate. Chiediamo che i farmacisti di parafarmacia non siano considerati dei “figli di un Dio minore” ma possano godere di pari tutele e accesso alla professione».
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