Un apprezzabile quanto dovuto intervento ministeriale sollecitato da FOFI sta ponendo rimedio a un grave errore contenuto nel documento “Dieci regole per gestire le intolleranze alimentari” sottoscritto da FNOMCeO, associazioni di medici specialisti e società scientifiche, dove le farmacie sono poste allo stesso livello dei centri estetici e delle palestre. Nel decalogo, infatti, si consiglia di “non effettuare test per intolleranze alimentari non validati scientificamente in centri estetici, palestre, farmacie, laboratori o in altre strutture non specificatamente sanitarie”. Una frase decisamente infelice che, invitando a fare attenzione “a coloro che praticano professioni sanitarie senza averne alcun titolo”, offende un’intera categoria, disconosce il ruolo delle 18.000 farmacie sul territorio e sminuisce il loro valore professionale agli occhi di chi legge.
Affermare che la farmacia non è una struttura sanitaria, significa negare l’evidenza. La valenza sanitaria della farmacia vanta una tradizione plurisecolare ed è confermata quotidianamente dai 4 milioni di cittadini che entrano in farmacia ogni giorno. La funzione sanitaria della farmacia è inoltre sancita da una serie di leggi che, anche recentemente, ne hanno ribadito la centralità e l’integrazione nell’ambito del Ssn. La legge di Bilancio 2017 ha stanziato i fondi per la sperimentazione di alcuni dei servizi previsti dalla normativa che permette alla farmacia di offrire una serie di prestazioni aggiuntive per rispondere alle nuove esigenze di salute espresse dai cittadini. La farmacia ha grandi potenzialità, ad esempio, nel campo della prevenzione: basti pensare che l’iniziativa DiaDay, il primo screening nazionale gratuito del diabete in farmacia, ha permesso di controllare più di 160.000 nell’arco di 11 giorni, scoprendo più di 4.000 casi di diabete non diagnosticato. Ottimi risultati sta dando anche la sperimentazione della telemedicina in farmacia: nel 2017 sono state effettuate oltre 65.000 prestazioni e più di 2.000 persone sono state invitate a contattare subito il medico curante per aritmie maggiori come fibrillazione atriale, aritmie ventricolari minacciose, blocchi atrio-ventricolari avanzati. In 390 casi le anomalie sono state giudicate serie, con conseguente segnalazione della necessità di recarsi in Pronto Soccorso o urgentemente dallo specialista.
“A parte lo spiacevole errore contenuto nel testo, che auspichiamo sia prontamente eliminato, comprendiamo il significato del decalogo come valido strumento per sfatare pregiudizi e false credenze, spesso veicolate on line, sulle diete e sulle intolleranze alimentari” commenta il presidente di Federfarma, Marco Cossolo. “Mi auguro anche che Federfarma sia in futuro coinvolta nella realizzazione di simili iniziative di educazione sanitaria, perché credo fortemente che la sinergia tra i vari professionisti del settore possa dare frutti positivi a tutto vantaggio della salute pubblica. E questa sinergia si ottiene attraverso un continuo confronto tra gli operatori sanitari interessati”.
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