Dopo un periodo di preoccupante crescita, nel secondo semestre del 2017 il numero di farmacisti privi di un posto di lavoro risulta diminuito. «Conformemente ai dati generali resi noti dall’Istat in merito all’incremento del numero degli occupati registrato negli ultimi sei mesi, anche il tasso di disoccupazione fra i farmacisti iscritti inizia finalmente a contrarsi», ha spiegato a FarmaciaVirtuale.it Emilio Croce, presidente dell’Enpaf. Se nello scorso mese di giugno il tasso di disoccupazione nella categoria dei farmacisti aveva toccato il 7,5%, a dicembre si è scesi infatti al 6,6%. In valori assoluti, sono ancora alla ricerca di un impiego 6.440 soggetti su un totale di 96.638 iscritti. L’inversione di tendenza sembra chiara se si tiene conto del fatto che a giugno 2017 si trattava di 7.200 professionisti su 96.000 iscritti, mentre a gennaio dello stesso anno si era arrivati ad un totale di 6.995 su 94.981. Sono dunque aumentati gli iscritti ma, nonostante ciò, è diminuita la quota di disoccupati. «L’auspicio – precisa il presidente dell’ente previdenziale di categoria – è che nel corso dell’anno il trend positivo possa ulteriormente consolidarsi, anche in virtù degli incentivi previsti nella legge di bilancio per il 2018 per l’assunzione di giovani con contratto di lavoro a tempo indeterminato».
E’ tuttavia doveroso sottolineare la dinamica attraverso la quale, sempre più spesso, i farmacisti che non trovano lavoro, si cancellano dall’Ordine di appartenenza – o non si iscrivono fino a che non trovano lavoro – , a causa dei vincoli contributivi. Le percentuali presentate quindi potrebbero non tener conto di una forma latente di disoccupazione, ovvero di quei farmacisti che non rientrano nei conteggi previdenziali. I dati riportati andrebbero incrociati con quelli dei farmacisti totali disoccupati e non iscritti ad alcun Ordine, di cui però è difficile tenere traccia perché non presenti in nessun albo o elenco.
In un’intervista concessa al nostro giornale alla fine del 2016, il presidente della Fofi Andrea Mandelli aveva spiegato che «gli unici antidoti alla disoccupazione, che porta con sé anche condizioni di lavoro peggiori, sono lo sviluppo della farmacia dei servizi e delle prestazioni professionali, da una parte, e dall’altra una programmazione realistica del numero dei laureati in base ai bisogni».
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