No al numero chiuso per i corsi di Farmacia nelle università. Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti è tornato a ribadire come questa non sia una soluzione per i problemi occupazionali della categoria. «È sorprendente – osserva l’associazione – e anche un po’ stucchevole continuare periodicamente a sentire il presidente della Fofi richiedere il numero chiuso per l’accesso alla facoltà di farmacia. L’ultima dichiarazione in ordine cronologico è più sorprendente delle altre perché nello stesso intervento si fa esplicito riferimento alle parafarmacie senza che il presidente Mandelli prenda una posizione netta e chiara di contrarietà alla soluzione a cui sta lavorando “alacremente” il presidente di Federfarma Marco Cossolo: l’eliminazione delle parafarmacie». Il riferimento è alla relazione illustrata dal presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani al Consiglio nazionale, nella quale è stato evidenziato che «l’Italia ha un fabbisogno di circa 1.500 farmacisti l’anno. A fronte di questo dato ogni anno 4.000 si iscrivono all’albo con l’aspirazione di esercitare a pieno titolo la professione di farmacista. Secondo queste stime, in un ventennio si arriverebbe a 50.0000 nuovi farmacisti disoccupati che si aggiungono ai quasi 13.000 farmacisti che già oggi sono in cerca di occupazione». È per questo che secondo Mandelli «è una necessità il numero chiuso su base nazionale, perché non basta che ciascuna facoltà esibisca un numero programmato quando poi si assiste al proliferare degli stessi corsi». «Da una parte si chiede il numero chiuso lamentando future emergenze di disoccupazione – prosegue il MNLF – dall’altra quasi si “accarezza” l’ipotesi della chiusura dell’esperienza parafarmacie, unica realtà che in questi ultimi anni ha creato vera occupazione nel settore. Lo ripetiamo ancora una volta, le parafarmacie non sono una anomalia, anomalia è un sistema corporativo che affida ad alcuni dei privilegi e li nega ad altri». Quanto ai riferimenti avanzati da Mandelli circa la “naturale” crisi delle stesse parafarmacie («un modello destinato all’insuccesso»), il Movimento ha spiegato che «la maggioranza delle parafarmacie italiane è sana, costruisce reddito da cui traggono sostentamento dignitoso migliaia di famiglie. Nei giorni scorsi, consci che qualcuno tenterà un blitz nel dibattito sulla legge di stabilità, abbiamo chiesto di sottoscrivere un documento di contrarietà alle ipotesi “Cossolo”. Ebbene la stragrande maggioranza dei titolari di parafarmacia lo ha sottoscritto: non 100 o 200 colleghi, ma più di duemila farmacisti».
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