«Il Ddl Concorrenza rappresenta una scossa alla categoria»: ne è convinto il presidente Utifar Eugenio Leopardi, che anticipa il suo pensiero in vista del convegno che l’Unione Tecnica Italiana Farmacisti organizza al Centro Congressi Novotel Fiera di Bologna il 10 e 11 novembre prossimi. “Confrontiamoci sulle novità 2017 per la Farmacia italiana” è il titolo dell’incontro, nel quale si discuterà de “La nuova tariffa dei medicinali” e de “L’ingresso del capitale nella proprietà delle farmacie”. «Di certo – dice Leopardi – il 2017 sarà ricordato come l’anno dell’ingresso dei capitali. Questo avverrà, credo, indipendentemente da quanto, nei prossimi mesi, i capitali decideranno di investire nel settore e di entrare effettivamente nelle proprietà delle farmacie attraverso catene o altre forme commerciali. Sono infatti convinto – sottolinea il presidente – che l’impatto principale di questa liberalizzazione risieda nel forte messaggio che il provvedimento lancia alle farmacie. Si stima che attualmente le farmacie in gravi difficoltà finanziarie e a rischio default siano il 20% del totale. Molte sopravvivono grazie alle dilazioni nei pagamenti che i fornitori concedono loro. Il Ddl Concorrenza è senza dubbio uno stimolo per i farmacisti a mettere in campo una serie di iniziative, subito ed inderogabilmente. Anzitutto, fare rete per avere la forza di confrontarsi con i capitali in ambiti quali ad esempio i servizi. Ma non solo: l’idea di Utifar è sempre stata quella di contrapporre alle difficoltà e ai momenti difficili il vero carattere distintivo che hanno i farmacisti: la competenza». Leopardi ricorda i percorsi formativi e di aggiornamento offerti da Utifar: dal laboratorio galenico ai servizi, alla specializzazione nei diversi settori. «In questo momento – dice il presidente – i capitali hanno dalla loro parte la capacità di gestione commerciale, il pragmatismo di fare business, la freddezza di guardare ai profitti, le risorse per mettere in campo iniziative di marketing dirompenti. Ma non hanno ancora le farmacie. Per contro, i farmacisti hanno dalla loro la professionalità, senza però le competenze manageriali tipiche dei capitali. Se sapremo fare rete per ovviare alle nostre carenze e valorizzare i nostri punti di forza, allora i capitali troveranno nelle farmacie tradizionali un forte contendente. Se invece quel 20% a rischio default dovesse diventare nei prossimi mesi il 30% o 40%, i capitali non avranno che l’imbarazzo della scelta rispetto a quali farmacie acquistare e quali lasciare al proprio destino». Altro importante provvedimento preso nel 2017 è quello riguardante la nuova tariffa dei medicinali «che ha sostituito – spiega Leopardi – quella ormai vecchia di 25 anni che rappresentava un vero e proprio freno al laboratorio delle farmacie. Utifar ha partecipato, con il nostro vicepresidente Giulio Cesare Porretta, al tavolo ministeriale che, insieme al ministro Beatrice Lorenzin, ha dato vita alla nuova tariffa, che sono convinto rappresenti uno strumento nelle mani dei farmacisti per valorizzare la professione e per contrapporre ai capitali una farmacia che loro non possono emulare. Una farmacia in grado, per esempio, di preparare, su richiesta dei medici e dei centri specializzati, farmaci ad hoc per i pazienti affetti da malattie rare. La nuova tariffa offre anche la possibilità di superare il vecchio sistema che rendeva molte attività di laboratorio non solo poco remunerative, ma addirittura in perdita perché era più alto il costo delle sostanze rispetto agli onorari che si potevano applicare, e permette di adottare una serie di tecniche di laboratorio che prima erano disponibili, ma non utilizzabili o comunque non tariffabili». Molteplici, quindi, le armi a disposizione dei farmacisti per affrontare il cambiamento, sia come singoli che attraverso forme di cooperazione e di rete. «In questo senso – conclude Leopardi – il ruolo che giocheranno le cooperative, già molto attive nel sostenere le farmacie, sarà decisivo». Se ne discuterà al convegno, il cui programma dettagliato verrà comunicato a breve.
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