farmacisti in svizzeraLa “tassa d’urgenza” percepita dai farmacisti svizzeri per la dispensazione di farmaci al di fuori del normale orario di apertura è troppo alta. Un articolo apparso sul quotidiano elvetico LiberaTv riporta la lettera di un lettore che punta il dito contro i costi giudicati esorbitanti e invia la copia di una corrispondenza avuta con il dipartimento di Sanità del Ticino sul tema. «Per conto di una terza persona che necessitava del medicinale Ciproxin HC – riferisce il giornale – il lettore si è recato in una farmacia lo scorso venerdì 30 giugno. Farmacia che, quella sera, era di servizio al pubblico fino alle ore 22». Per cui, riferisce l’autore della lettera inviata alla testata, «non ho dovuto né suonare al campanello per le urgenze, né telefonare al farmacista di guardia». Nonostante ciò, il Ciproxin HC, venduto tutti i giorni entro le ore 18 a 19,50 franchi, è stato pagato 44,35». A comporre il prezzo finale, oltre al costo dello stesso farmaco (acquistato alle ore 19:17), sono stati 17,30 franchi per il servizio d’urgenza, 4,30 per la validazione della prescrizione medica e un diritto addizionale di 3,25 franchi). Il lettore riferisce così la sensazione di essersi sentito «rapinato: cosa significa “servizio d’urgenza” quando la farmacia è aperta perché di guardia? Su quale base legale è stata applicata questa tariffa? Non pretendo si lavori gratuitamente, ma se Pharmasuisse (l’associazione dei farmacisti svizzeri, ndr) e il Consiglio Federale non considerassero “servizio d’urgenza” l’apertura di una farmacia di guardia dalle 18.30 alle 22.00, ci sarebbe già un bel contenimento delle spese sanitarie». Di qui un appello ai farmacisti elvetici, affinché «diano un segnale riducendo, per esempio, la tassa d’urgenza: vedendo questo servizio più sotto il profilo dell’aiuto alle persone che soffrono».
Al lettore ha risposto Paolo Beltraminelli, direttore del dipartimento della Sanità e della Socialità del Canton Ticino, spiegando che «i farmacisti emettono 16 punti tariffali, pari a 17,28 franchi, a copertura di tutti gli oneri supplementari connessi con l’esecuzione di una ricetta medica durante le guardie. Questo importo viene fatturato una volta sola, indipendentemente dal numero di medicinali figuranti sulla ricetta e dal numero di confezioni prescritte». Ciò in caso di interventi «fuori dagli orari di apertura abituali della farmacia, in pratica dalle 18 alle 8, nonché di domenica. Per garantire questo servizio e tenere aperta la farmacia anche in questa fascia oraria (o almeno in parte, per esempio fino alle 22) bisogna evidentemente far fronte a maggiori costi, in particolare per pagare il necessario personale supplementare». Il dirigente ha quindi specificato che a suo avviso il servizio è «assolutamente non redditizio» per i farmacisti, che non percepiscono neppure «alcun contributo dagli enti pubblici».

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