Maurizio Cini, docente presso l’università di Bologna, ha commentato l’approvazione del Ddl Concorrenza in un post pubblicato sul sito dell’Associazione Scientifica Farmacisti Italiani, di cui è presidente. «Siamo ormai alle ultime battute, salvo imprevisti dell’ultima ora al Senato. Il 29 giugno scorso è stato infatti approvato il testo che consegna al “capitale”, e precisamente alle società di capitale (srl e spa), la proprietà delle farmacie con il solo limite che, nelle singole regioni, uno stesso proprietario non potrà possedere più del 20% delle farmacie aperte al pubblico. È facile comprendere che, in teoria, 5 società potrebbero spartirsi le 18.500 circa farmacie italiane».
Ne consegue che in futuro «potranno essere titolari di farmacia non solo le persone fisiche, le società di persone (snc e sas) e le società cooperative a responsabilità limitata, ma anche le società di capitali, quindi anche enti tipici del capitale di rischio e pertanto nelle mani di non farmacisti. Viene stabilita per i soci l’incompatibilità dell’esercizio di qualsiasi attività nel settore della produzione e dell’informazione scientifica del farmaco come pure dell’esercizio della professione medica. Direttore della farmacia potrà essere un collaboratore, in possesso dell’idoneità, e non più uno dei soci. Si tratta di un modifica molto rilevante dal momento che direttore tecnico della farmacia potrà essere anche chi non ha interesse economico nella società. Con la situazione occupazionale del momento quale direttore dipendente oserà opporsi alla volontà della proprietà?».
Inoltre, prosegue Cini, «la singola società potrà essere titolare di un numero illimitato di farmacie (fino ad ora il massimo era 4)», pur con il limite regionale del 20%. Viene poi introdotto «un meccanismo particolarmente complesso per favorire il decentramento delle farmacie da un comune ad un altro nella medesima regione. Sono interessati i comuni con popolazione inferiore a 6.600 abitanti nei quali esistono farmacie in soprannumero per decremento della popolazione. Chi ha formulato questa norma non ha però tenuto conto del fatto che la legislazione vigente prevede la presenza di due farmacie (non soprannumerarie) con solo 4951 abitanti. Il richiedente il decentramento verrà valutato in base ad un concorso per soli titoli tra gli aspiranti a trasferirsi in un determinato comune e, se vincitore, dovrà corrispondere una tassa di concessione governativa di 5.000 euro». Una situazione che secondo il docente «potrà solo generare contenzioso interminabile».
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