ddl concorrenza farmacieorreOra che il disegno di legge sulla Concorrenza è stato nuovamente modificato dalle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, sarà necessario un nuovo passaggio al Senato. Ma quali saranno i tempi di quest’ultimo, ammettendo che a Palazzo Madama il testo venga accettato e dunque approvato in modo definitivo? Non è facile rispondere con certezza alla domanda, ma si possono provare a fare delle previsioni. Il testo, come noto, verrà posto al vaglio dei deputati di Montecitorio a partire dal prossimo 26 giugno. Se questa data sarà rispettata, si potrebbe immaginare che nel giro di una settimana il provvedimento possa essere licenziato. A quel punto scatterà il trasferimento al Senato, che dovrà inserire la nuova discussione nel calendario dei lavori. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, «a Palazzo Madama potrebbero bastare anche solo due settimane, stando almeno alle dichiarazioni del senatore di Ap Luigi Marino, già relatore nella seconda lettura del provvedimento. Va ricordato infatti che il nuovo esame del Senato dovrà limitarsi alle quattro modifiche apportate ieri». Gli emendamenti, tuttavia, sono stati «fonte di scontro tra i deputati, che li hanno ritenuti necessari ed inderogabili, nonostante governo e ministero dello Sviluppo economico ne chiedessero il ritiro». «I quattro emendamenti accolti – aveva spiegato il ministro Carlo Calenda – hanno prevalentemente un carattere di mera chiarificazione e non mettono in discussione la sostanza degli articoli». Se tutto dovesse andare liscio, dunque, si potrebbe arrivare ad un’approvazione entro la fine del mese di luglio. Se invece dovessero esserci intoppi nell’iter parlamentare, il rischio è che si arrivi alla pausa estiva, con un conseguente ulteriore slittamento del via libera definitivo. Le modifiche approvate alla Camera non riguardano le farmacie, bensì energia, assicurazioni, telemarketing e odontoiatri. «Ha fatto discutere anche all’interno dello stesso Pd – spiega ancora il quotidiano economico – un emendamento che di fatto reintroduce il tacito rinnovo per le polizze assicurative del ramo danni, firmato dai capigruppo Pd delle due commissioni Pelillo e Benamati dopo che era già stato sostenuto al Senato da Laura Puppato, imprenditrice del settore assicurazioni». Se la via di un’approvazione rapida appare ragionevole, insomma, non è escluso che si possa andare incontro a nuove discussioni.

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