Si è tenuto lo scorso 9 marzo un ulteriore incontro nell’ambito del Tavolo sulla farmaceutica, convocato dai ministeri dello Sviluppo economico e della Salute, sul tema della distribuzione diretta e per conto. Federfarma ha fatto sapere di aver «ribadito le proprie considerazioni in merito alle criticità della distribuzione diretta e le proprie proposte». Queste ultime sono state riassunte in cinque punti. Secondo il sindacato dei titolari di farmacia occorre innanzitutto «effettuare una verifica di tutti i costi sostenuti dal Ssn per l’erogazione dei medicinali in distribuzione diretta. Elementi di valutazione potranno venire dallo studio promosso dalla Sifo con la partecipazione di tutti i soggetti interessati». In secondo luogo, occorre «procedere al trasferimento dal PHT alla normale fascia A (assistenza farmaceutica convenzionata) di tutti i medicinali di uso consolidato e a brevetto scaduto, come previsto dalla legge di stabilità 2014, e di tutti i medicinali di prezzo inferiore ai 50 euro, come previsto ad esempio in Lombardia. Un lavoro di analisi sulla composizione del PHT e sui farmaci da trasferire in convenzionata è già stato effettuato da Sifo e Federfarma ed è stato presentato all’Aifa». Il terzo punto proposto da Federfarma prevede di trasferire «dalla distribuzione diretta alla distribuzione per conto di tutti i medicinali che non richiedono particolari cautele in fase di somministrazione, riducendo così i disagi per i cittadini e consentendo così di disporre anche per tali farmaci di tutti i dati di consumo rilevati dalle farmacie». Quindi si chiede di «uniformare, conseguentemente, a livello nazionale gli elenchi dei medicinali sottoposti a distribuzione diretta e dpc in modo da garantire un trattamento omogeneo dei cittadini sul territorio». Infine, la richiesta dell’associazione di categoria è di respingere «il tentativo dei rappresentanti regionali presenti al Tavolo di ampliare la dpc attraverso l’inserimento in PHT di medicinali attualmente classificati in fascia A. Tale ipotesi contrasta con un modello basato su un PHT flessibile, utilizzato come contenitore temporaneo di farmaci di nuova registrazione, da trasferire, dopo la fase sperimentale, all’assistenza convenzionata. Va anche considerato al riguardo che, nel quantificare i risparmi derivanti da tale ipotesi, va calcolata anche la mancata applicazione del ticket».
«Oggi non ha senso che ci siano tre diverse distribuzioni del farmaco – spiega a FarmaciaVirtuale.it Annarosa Racca, presidente di Federfarma -. In ogni caso sono ottimista sui lavori del tavolo sulla farmaceutica, che avanzano in modo positivo: si tratta di riunioni snelle, con poche persone che lavorano in modo fruttuoso». In merito ai tempi, secondo la dirigente «era prevista la conclusione a maggio, io ritengo perciò che al massimo entro la fine di giugno saranno completati. Ciò faciliterà anche le trattative sulla convenzione, che penso possano essere portate a termine entro l’anno. Noi ci siamo, con tutto il nostro impegno».
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