«Il giudizio che posso dare sull’impianto del disegno di legge 2717 presentato dai senatori Andrea Mandelli e Luigi d’Ambrosio Lettieri è senza dubbio più che positivo. Sono state inserite numerose norme corrette. In alcuni casi, tuttavia, temo che si tratti di proposte che hanno poche possibilità di essere davvero approvate». È con queste parole che Maurizio Cini, docente presso l’università degli Studi di Bologna, ha commentato la proposta avanzata dai due dirigenti della Fofi. «In particolare, trovo assolutamente doverosa la richiesta presente all’articolo 1 in materia di trattamento economico degli specializzandi in Farmacia ospedaliera, che oggi risultano penalizzati. Altrettanto importante sarebbe l’inserimento di un farmacista nelle case di cura private, così come sulle navi da crociera che trasportano migliaia di persone per settimane. Forse più discutibile è la proposta di mettere un farmacista a bordo di ciascun treno a lunga percorrenza, visto che questo tipo di mezzi di trasporto può comunque fermarsi nelle stazioni in caso di emergenza». In materia di dispensari farmaceutici, Cini ritiene che si tratti di «idee positive, ma mi domando chi finanzierebbe un’operazione del genere nelle aree di servizio autostradali. Abbiamo assistito all’apertura di alcune parafarmacie in tali luoghi e si tratta di operazioni che non sono andate a buon fine». Sulla possibilità che il Ddl conferirebbe ai farmacisti di effettuare analisi chimiche, chimico-cliniche e bromatologiche, provvedendo alla redazione e alla sottoscrizione dei relativi referti, il docente ritiene che «sarebbe utile, ma non vorrei che fossimo nel mondo dei sogni. Nutro dubbi infatti sulla possibilità che una norma del genere possa passare». «Ottima», poi, è considerata la norma che «istituzionalizzerebbe i finanziamenti per l’aderenza terapeutica, che ad esempio per il 2017 sono stati tagliati», così come quanto espresso all’articolo 13 in materia di professionisti sanitari in farmacia, ad eccezione di coloro che possono effettuare prescrizioni: «Si tratta di una disciplina prevista dal Ddl Lorenzin, ma visto che quest’ultimo non sembra avanzare, tanto vale tentare un’altra via». In generale, Cini ha osservato che «la finalità del Ddl è evidentemente, e giustamente, quella di migliorare l’occupazione nel settore. Mi domando però se in alcuni casi non sia troppo ambizioso. Inoltre c’è da porsi il problema delle tempistiche: un disegno di legge del genere riuscirà ad essere approvato, tenuto conto della durata della legislatura?».
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