riforma sanitaria lombardiaLe riforma del servizio sanitario della Lombardia, approvata il 21 febbraio 2017, è entrata in vigore il 9 marzo. La Federazione degli Ordini dei farmacisti della regione ha ricordato che essa contiene «misure di riassetto della prevenzione, della farmaceutica, dell’assistenza ai pazienti diabetici e dei trapianti». Di particolare interesse per la professione è quanto normato dal nuovo Titolo VII, che disciplina il servizio farmaceutico. «Come anticipato – sottolineano gli Ordini – si stabilisce che le farmacie di comunità, che già non hanno più solo la funzione di distribuire i medicinali, svolgeranno un ruolo sempre più incisivo come presidio sanitario integrato nel processo assistenziale. Coerentemente al modello della farmacia dei servizi, che trova una prima importante concretizzazione, nella farmacia si potranno effettuare servizi di telemedicina, monitoraggio, quindi anche le attività a supporto dell’aderenza alla terapia, e screening, nei limiti previsti e consentiti dalla legislazione nazionale, in collaborazione con le ATS e d’intesa con gli enti locali. Più in generale, la Regione si pone l’obiettivo di rendere più efficace la rete delle farmacie territoriali, rafforzando il rapporto sinergico con i presidi sanitari e assistenziali e il territorio».
«Il testo – prosegue la federazione – attua inoltre una revisione complessiva delle norme che regolano l’assegnazione delle sedi farmaceutiche, la vigilanza, l’orario settimanale di apertura e i turni». Come riportato da FarmaciaVirtuale.it, l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, del Pdl, aveva commentato l’approvazione della riforma spiegando che «i temi trattati nel testo sono di assoluta importanza per completare quel percorso di preso in carico globale dei pazienti che rappresenta l’obiettivo principale della nostra riforma. In particolare, strategico per una migliore presa in carico territoriale è il nuovo ruolo assegnato alle farmacie che diventano in grado di eseguire analisi di telemedicina, monitoraggi e screening». Di parere contrario invece il Pd: secondo l’esponente del partito Sara Valmaggi, «la discrasia temporale e il ritardo organizzativo sulla ripartizione delle funzioni tra ATS e Asst hanno portato problemi pratici e conseguenti disservizi all’utenza, tra l’altro nell’ambito dell’erogazione di servizi di prevenzione importanti come le vaccinazioni».

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