farmacisti usaI rappresentanti europei di dentisti, medici e farmacisti (in quest’ultimo caso il Pharmaceutical Group of the European Union, Pgeu) hanno criticato un progetto di direttiva che imporrebbe dei test di proporzionalità per l’adozione di normative interne (nazionali) che regolano l’esercizio professionale. Le tre associazioni hanno ricordato che «l’obiettivo della regolamentazione delle nostre professioni è di assicurare la qualità del servizi sanitari in ragione della tutela dell’interessa pubblico». In questo senso, «la disciplina delle professioni sanitarie e delle regole che si applicano al loro funzionamento devono rimanere di competenza esclusiva degli Stati membri», quest’ultima «basata sulle necessità locali e sulle strategie nazionali, che prendano in considerazioni le realtà demografiche, geografiche e culturali e riflettano le preferenze di ciascun Paese». Il nodo centrale della questione è comprendere infatti se e in che modo le normative nazionali debbano essere “vagliate” dell’Unione europea (appunto attraverso un test di proporzionalità): «Andremo verso un sistema nel quale ciascuna piccola modifica nella legislazione nazionale dovrà passare un test?», si è chiesto Jacques de Haller, presidente dello Standing Committee of European Doctors. «Anziché proteggere la salute pubblica, il nuovo sistema ci imporrebbe di giustificarci ogni volta che vogliamo introdurre una norma che vada in tal senso», ha osservato allo stesso modo Marco Landi, presidente del Council of European Dentists. È per queste ragioni che Ced, Cpme e Pgeu ritengono che le professioni sanitarie non debbano essere trattate come tutte le altre e chiedono dunque che siano escluse da tali test di proporzionalità armonizzati che l’Ue applica al fine di regolare l’esercizio delle competenze esercitate dalle proprie istituzioni. In questo caso la proposta di direttiva sembra orientata a privilegiare gli aspetti economici e commerciali rispetto a quelli sanitari: «La bozza di direttiva dà priorità all’implementazione del mercato, ad ogni costo. Sembra che essa identifichi ogni normativa nazionale come una potenziale “barriera” in questo senso», ha dichiarato Rajesh Patel, presidente del Pgeu, che ha sottolineato come «la nuova legge incrementerà solamente i costi e la burocrazia, non aggiungendo alcun miglioramento». Al contrario, ha concluso Patel, essa «potrebbe portare ad un abbassamento del livello di qualità dei servizi sanitari nell’Unione europea».

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