Asfi, Assofarm, FarmacieUnite, Federfarma, Fofi, Sifap, Sifo e Utifar hanno adottato una posizione comune in merito alla dibattuta questione del decreto ministeriale del 22 dicembre scorso che ha imposto il divieto di prescrizione di preparazioni magistrali contenenti sertralina e altri principi attivi.
Nel testo le associazioni di farmacisti ricordano che «l’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale sia perché la sua prevalenza è in costante e preoccupante aumento, sia perché è un importante fattore di rischio per varie malattie croniche». Detto ciò, nel documento si ribadisce «la ferma contrarietà ad ogni abuso o uso improprio delle preparazioni a fini dimagranti», ma si ritiene di dover «rispondere, in modo adeguato per sicurezza ed efficacia, alle esigenze terapeutiche dei pazienti affetti da tale grave patologia». In questo senso, le preparazioni galeniche «consentono al medico di personalizzare la terapia sulla base delle specifiche esigenze terapeutiche del paziente. Dunque, precludere la loro prescrizione e il loro allestimento con tali finalità terapeutiche significa, da un alto, abolire il canale ufficiale di cura per questi pazienti e, dall’altro, indurre gli stessi a rivolgersi a quel “sottobosco” di preparati illeciti, già oggi esistenti ed accessibili anche tramite internet». In merito ai contenuti specifici del decreto, i firmatari spiegano tra le altre cose che «l’articolo 1, comma 1, del provvedimento vieta la prescrizione e l’allestimento di preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti i principi attivi in esso elencati, mentre il successivo comma 2 contiene il generale divieto per i medici di prescrivere e per i farmacisti di eseguire preparazioni magistrali contenenti i suddetti principi attivi in combinazione associata tra loro, senza fornire ulteriori indicazioni». Per questo le associazioni di farmacisti chiedono al ministero «di chiarire se le limitazioni imposte siano circoscritte allo scopo dimagrante». Inoltre, «nelle premesse si richiama la “pericolosità” di tali sostanze perché l’uso è “off label”, senza considerare che le preparazioni magistrali non possono “per definizione” avere indicazioni registrate o studi sperimentali che ne dimostrino l’efficacia e sicurezza, poiché questo sarebbe in antitesi con la loro finalità, che è quella di offrire al paziente un’alternativa terapeutica personalizzata; la scelta della preparazione magistrale si basa, difatti, prevalentemente sulle informazioni presenti nei formulari europei, sui dati che emergono da lavori standard di numerosi Paesi sul trattamento del sovrappeso e dell’obesità, sui dati storici derivanti dall’utilizzo consolidato della preparazione, nonché sull’esperienza e competenza del prescrittore e del preparatore». Il documento stigmatizza quindi il fatto che le stesse sostanze vietate siano contenute in circa 30 mila integratori che però sono stati approvati dallo stesso ministero. Inoltre, vengono sottolineate alcune inesattezze, ripetizioni o mancanze di dettagli nell’elenco pubblicato dal ministero. Infine, il dito è puntato contro l’articolo 2 del decreto, che «raccomanda di utilizzare a scopo dimagrante solo principi attivi e loro associazioni la cui efficacia a scopo dimagrante sia attestata da lavori scientifici riconosciuti a livello internazionale». Eppure, ad esempio, «l’associazione efedrina 20 mg – caffeina 200 mg è attestata per efficacia e sicurezza da numerosi lavori internazionali», benché tali sostanze figurino nell’elenco.
Per tutto ciò le associazioni hanno chiesto l’istituzione di un Tavolo tecnico, proposta che è stata accolta dal ministero.
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