L’Associazione Galenisti Italiani ha commentato il decreto ministeriale del 22 dicembre 2016, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 gennaio, che vieta la prescrizione e l’allestimento di una serie di preparazioni a scopo dimagrante. La presa di posizione arriva attraverso una lettera firmata da Mario Izzo, e indirizzata direttamente al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, nella quale il farmacista contesta innanzitutto il fatto che nel decreto si spieghi «mancano studi validi che dimostrino la sicurezza e l’efficacia dei principi attivi utilizzati, da soli o in associazione».
Secondo Izzo si tratta di una «mancata conoscenza delle proprietà di molti principi attivi». «L’obesità – prosegue il farmacista – è sovente correlata e collegata ad altre patologie, come ipertensione, diabete, problematiche cardiache e vascolari, ictus, deficit sessuale, che incidono ogni anno sulla spesa, sia essa ospedaliera che farmaceutica». La preparazione galenica, sottolinea ancora la lettera, è rappresentata dalla somministrazione di più attivi tramite singola assunzione, e sta al farmacista preparatore il compito di controllare le incompatibilità, sia chimico fisiche che farmacologiche, alla presentazione in farmacia di una prescrizione galenica. In particolare, poi, «la fitoterapia ha una validità espressa oramai a livello internazionale» e «non aggredisce il paziente come accade con la normale medicina allopatica». Izzo cita in questo senso l’esempio della cannabis, «che ha dato giovamento a molti pazienti». Tornando al decreto, nella lettera si sottolinea poi che esso non riporta i nomi botanici, «utilizzando la semplice dizione “estratto secco titolato”», e pertanto si chiede: «In cosa? in quale percentuale? In quale attivo? Non è neanche indicata quale parte della pianta…». Inoltre, quelli in questione sono «prodotti autorizzati dal ministero con indicazione di supporto nelle diete ipocaloriche e nelle terapie per favorire il calo ponderale. Risulta strano, a questo punto, che non vengano immediatamente ritirati dal mercato. La sicurezza relativa a questi prodotti di origine industriale non è richiesta, mentre lo è nel caso di preparazione magistrale, ove il farmacista risponde civilmente e penalmente di ciò che acquista, della liceità della prescrizione e della sicurezza e qualità della preparazione». Per questo Izzo ha chiesto al ministro «di ritirare il decreto».
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