farmacieuniteFranco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite, ha inviato ai colleghi associati i propri auguri per le festività natalizie. Il dirigente ha colto l’occasione per auspicare che «l’afflato simboleggiato dalla magica atmosfera del presepe diventi un motivo di ispirazione per una categoria che sembra essere diventata negli ultimi tempi una batteria non di polli (anche se…) ma di capponi, esattamente uguali a quelli manzoniani che si beccavano furiosamente tra loro, mentre Renzo li portava verso la loro irrimediabile condanna».
Gariboldi Mushietti parla a tal proposito di «spettacolo indecoroso di lacerazioni interne alla categoria. Le fratture emerse tra la Federazione professionale e la sigla principale delle farmacie private, e quelle poi esplose all’interno di questa, non sono davvero un buon viatico, se si pensa al duro percorso che farmacie e farmacisti devono compiere per risolvere i grandi problemi che ancora li attendono. Problemi che si chiamano Ddl Concorrenza, rinnovo della convenzione, riforma della remunerazione, rinnovo del Ccnl dei dipendenti, nuova governance della spesa farmaceutica».
Secondo il numero uno di Farmacieunite, perciò, «o si recuperano le ragioni fondanti della rappresentanza e della tutela degli interessi professionali e categoriali», oppure «davvero il futuro travolgerà la farmacia di comunità come uno tsunami del Pacifico. E a quel punto resterebbero solo macerie». Di qui un appello ad «abbassare i toni». Perché la categoria «ha risorse e capacità per costruire una strada che possa portare con ragionevole sicurezza verso il futuro. Si tratta del tavolo di filiera proposto dalla Sifo per avviare un’analisi condivisa sullo “stato delle cose” della distribuzione in Italia, con particolare riguardo ai diversi modelli e canali distributivi. Un tavolo al quale anche Farmacieunite ha dato la sua convinta adesione assieme alle principali sigle di categoria».
In quell’occasione, conclude Muschietti, «per una volta dovremo essere capaci di rinunciare ai protagonismi e agli interessi “tattici”, che sono spesso miopi, per guardare a quelli strategici». Il tavolo è «tutt’altro che un’iniziativa velleitaria», ma la sua riuscita «dipende solo ed esclusivamente dall’approccio e dall’atteggiamento di quanti vi parteciperanno».

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