«Caro Carlo, ho letto una tua lettera dello scorso ottobre inviata ai presidenti delle Unioni regionali e delle Associazioni provinciali di Federfarma, seguita da un’intervista rilasciata a RIFday nella quale sei intervenuto a tutto campo sulle “non lontane elezioni di Federfarma del prossimo anno”, sul clima (a dir poco ostile) che si starebbe diffondendo contro la tua persona ed, infine, sulle vicende che interessano Credifarma». È con queste parole che il presidente di Federfarma Napoli, Michele Di Iorio, si rivolge al farmacista Carlo Ghiani in una lettera aperta: un’occasione per spiegare quale sia oggi la situazione della finanziaria di categoria. Secondo Di Iorio, esiste il rischio che si generi un «clima da caccia alle streghe» a causa delle prossime elezioni di Federfarma, «ma sono invece fermamente convinto – aggiunge – che Credifarma, alla cui presidenza sono stato nominato dal giugno del 2015, nulla abbia a che vedere con tale evento, e che, anzi, vi sia bisogno di lucide e serie analisi sul percorso di ristrutturazione da essa avviato, piuttosto che di sterili polemiche». Il presidente di Federfarma Napoli giudica quindi «infuocate ed imprudenti» le dichiarazioni di Ghiani, scatenate dalla relazione presentata dalla presidente nazionale dell’associazione di categoria, Annarosa Racca, lo scorso 18 ottobre. «Tale documento – prosegue Di Iorio – di ben 17 pagine, contiene un breve accenno alla situazione di Credifarma», nel quale si specifica che la finanziaria «sta faticosamente rimettendosi in carreggiata e risalendo la china in cui era precipitata a causa degli errori della gestione precedente». «Su tale passaggio voglio sgombrare il campo da equivoci e da interpretazioni capziose. Credifarma ha dimostrato in più occasioni di avere le capacità di superare autonomamente la crisi generalizzata che ha caratterizzato il mercato negli ultimi anni, in quanto, ad di là dell’avvicendamento dei vertici, naturale e fisiologico in ogni realtà aziendale, la vera forza di Credifarma è nello spirito di appartenenza del personale in grado di affrontare ogni cambiamento con rinnovato impegno ed entusiasmo». Nella lettera si ricorda quindi il fatto che la passata dirigenza della società commissionò una “due diligence” all’advisor Deloitte, dalla quale emersero alcune criticità: «Il modello decisionale di determinate operazioni finanziarie; l’insufficiente diversificazione dei prodotti; la struttura del personale ritenuta eccessiva». Per questo, il nuovo Cda ha avviato una serie di interventi, che hanno riguardato «i meccanismi decisionali sulle operazioni di fido; la cartolarizzazione finalizzata a ricapitalizzare la società, la rimodulazione dei prodotti finanziari; la riduzione del personale (nonostante le implicazioni che ciò ha comportato sul piano dei rapporti umani) e la drastica riduzione degli emolumenti ai componenti del Cda stesso». Di qui l’inversione di tendenza di Credifarma, anche se, ammette Di Iorio, «il processo è appena agli inizi». Il dirigente si rivolge infine direttamente a Ghiani: «Caro Carlo, il terreno sul quale misurare le proprie idee ed appuntare costruttive critiche non è il raffronto tra le dichiarazioni dei redditi degli amministratori o il controllo di rimborsi spese o diarie, come da te invocato. Ma la condivisione delle strategie aziendali imposte da sempre più severe dinamiche di mercato». «I vertici cambiano – conclude Di Iorio – ma Credifarma resta: allora lasciamo a chi compete il giudizio sulle diverse gestioni che si avvicendano e, soprattutto, stiamo attenti a distinguere gli errori che possono accompagnare ogni scelta gestionale da irregolarità non citate».
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