Il pagamento delle bollette in farmacia è una sciocchezza strategica e una barbarie deontologica: le farmacie comunali italiane esprimono contrarietà e indignazione per la proposta di questo “nuovo servizio” formulata nei giorni scorsi da alcuni farmacisti del settore privato.
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Secondo Assofarm i margini derivanti da questa attività non risolverebbero i gravi problemi di redditività che da anni affliggono la farmacia italiana e in ogni caso si tratterebbe di un’azione che diluirebbe ancor di più la specificità sanitaria del farmacista in un insieme di servizi che nulla centrano con questo presidio.
“Da anni – afferma il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi – siamo tutti impegnati nell’affermare la farmacia come “luogo sanitario” in cui ricevere prestazioni e consulenze specifiche, da anni combattiamo la deriva commerciale che rischia di trasformare il farmacista in un negoziante di farmaci e prodotti salutistici, e qualcuno lo vorrebbe addirittura trasformare in un impiegato delle poste. È una proposta così inaccettabile che nemmeno merita l’attenuante della buonafede”.
“Abbiamo appreso della notizia delle bollette in farmacia nei giorni successivi al congresso dell’Unione Europea delle Farmacie Sociali, di cui peraltro ricopriamo l’ufficio di presidenza – continua il segretario generale di Assofarm Francesco Schito – In paesi come Gran Bretagna, Olanda, Svizzera e Belgio si stanno sperimentando con successo protocolli di Medication Review in cui il farmacista personalizza la terapia farmacologica del paziente attraverso specifici blister che scandiscono tipologie e volumi di farmaci che il paziente deve assumere giorno per giorno. Una tecnica semplice ma straordinaria, che rende massima l’aderenza alla terapia, azzera gli sprechi ed è ben remunerata dai servizi sanitari nazionali”.
Valga su tutti il caso dei Paesi Bassi, dove il farmacista è pagato 80 euro al mese per ogni paziente cronico seguito. Nel complesso, la Medication Review, vale il 12% del fatturato delle farmacie olandesi.
“La farmacia italiana può superare i suoi problemi solo se i farmacisti avranno pieno rispetto di se stessi. Da questa prospettiva accogliamo con piena soddisfazione la designazione del professor Mario Melazzini come nuovo direttore generale dell’AIFA, figura competente che certamente contribuirà a tenere alto il livello del dibattito nel settore”, conclude il presidente Gizzi.
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