«La liberalizzazione di settori-chiave quali quello dell’accesso ai farmaci di fascia C rappresenta una necessità non più procrastinabile per i cittadini e per il sistema Paese». A spiegarlo è l’associazione Altroconsumo, che si schiera dunque con forza a favore della vendita di tali medicinali anche nelle parafarmacie e nei corner all’interno della Gdo. «La fetta di mercato – prosegue l’organizzazione di consumatori – rappresentata dai farmaci non mutuabili ma con obbligo di prescrizione medica è più che rilevante: nel 2015 è stata di circa 3 miliardi di euro, pari al 36% della spesa privata complessiva sostenuta dai cittadini per acquistare farmaci. Ad oggi i consumatori non riescono a risparmiare sull’acquisto: nonostante sin dal 2012 sui prezzi fissati dalla casa farmaceutica ai prodotti di fascia C possano essere applicati degli sconti da parte delle farmacie, unico canale di vendita attualmente disponibile, l’inchiesta di Altroconsumo in 100 farmacie in 10 città (Milano, Torino, Bologna, Roma, Napoli, Palermo, Bari, Firenze, Genova e Padova) indica che solo una farmacia su cento ha proposto lo sconto (8% sul prezzo in confezione)».
Pertanto, secondo Altroconsumo la mancata liberalizzazione costa ai cittadini «più di 500 milioni di euro ogni anno», mentre «cresce la consapevolezza dei consumatori che risparmiare è possibile. Secondo una recente indagine SWG per il 47% degli intervistati nel mercato c’è bisogno di maggiore concorrenza, in particolare nel settore farmaceutico». In questo senso, il disegno di legge sulla Concorrenza «potrebbe cambiare i giochi, ma ristagna al Senato; per i cittadini, le imprese e tutti gli attori coinvolti non c’è più tempo da perdere».
L’associazione cita poi la parlamentare Adriana Galgano, il direttore marketing canali distributivi di Conad Alberto Moretti, il presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane Davide Giuseppe, il ricercatore di SWG Giulio Vidotto Fonda e il ricercatore dell’Istituto Bruno Leoni Paolo Belardinelli, spiegando che con loro «Altroconsumo vuole guidare il cambiamento e le liberalizzazioni per agire su più livelli. Non solo un intervento di tecnica economica per aumentare il grado di concorrenza, calmierando i prezzi e aprendo alla pluralità di canali e di orari nell’accesso al servizio. Vogliamo anche e soprattutto trasformare un contesto economico-sociale oggi immobile, permeato di corporativismo che blocca lo sviluppo e la crescita del sistema Italia».
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